PRIMA LEGGE DEL TALK-SHOW: SE NON HAI NIENTE DA DIRE, DILLO FORTE

La domanda ce la poniamo ogni volta: perché urlano? Quando accendiamo la televisione su di un qualunque dibattito televisivo, prima ancora di sbuffare, di fronte ai soliti argomenti, triti e ritriti, non finiamo di domandarci perché diavolo questi maturi signori, vestiti della festa, si comportino come pescivendoli che, al mercato, cerchino di sbolognarti una tinca per la tua infornata domenicale.

Così, d’emblée, mi verrebbe da spiegare il fenomeno con la non adamantina classe dei suddetti: madame vestite da paralumi e omuncoli ingiacchettati, non sono precisamente indizio di stile sopraffino. Ma qualcuno, a questo punto, potrebbe accusarmi di eccessivo snobismo: mi vedo, perciò, costretto a cercare di spiegare con qualche discorso almeno un po’ intelligente ciò che, al primo colpo, avrei archiviato come manifestazione di una plebaglia dedita al vaniloquio.

Per cominciare, la dolorosa legge del microfono, che non conosce scansioni, ma solo temibili sovrapposizioni, fa sì che, se il moderatore non è un cerbero, ci si parli addosso: ovvio che, a quel punto, la spunterà chi starnazza a maggior volume. Una prima giustificazione è, dunque, quella fenomenica: stando così le cose, se vuoi spuntarla devi gridare.

Vi è, poi, il cattivissimo esempio della politica: una politica in cui, agitandosi come ranguttani, donne e uomini del tutto privi di un’idea che sia una, fanno a gara a chi le sballa più grosse, passando dall’apoftegma all’insulto, con arte degna di Fregoli. Costoro, abbandonati gli scranni parlamentari, ripropongono davanti all’immenso palcoscenico televisivo usi e costumi romani, dando vita a rumorosi siparietti. Non faccio nomi, ma alcuni tra costoro, a mio giudizio, oscillano tra una necessità palese di TSO e quella di una rieducazione in Siberia.

A ciò si aggiunga il fatto, anche più inquietante, che il sistema di prevaricare l’interlocutore a forza di strilli e caciara, incredibilmente, funziona: se sei una persona educata, rispettosa, perbene, verrai sommerso, surclassato dal guappo di turno, e passerai per fesso, gattamorta, timidino. Il bullo, in televisione, prospera e vince: alla gente, il tamarro che si fa largo a spintoni piace più del pensatore beneducato. Carlo Emilio Gadda sarebbe stato messo nell’angolo da un Capezzone, da una Picierno e, forse, perfino da un Librandi. No, dai, da un Librandi no. Comunque, ci siamo capiti.

Infine, è bene ricordarlo, sono gli autori dei programmi che, di concerto coi conduttori, scelgono ospiti di un certo tipo: urlatori, piuttosto che confidenziali. Se si parla di manuali scolastici, ad esempio, invitano La Russa, mica Cardini: Cardini ne sa un miliardo di volte di più, ma con La Russa c’è la garanzia di qualche bel battibecco.

Perché? Ve l’ho detto: perché alla gente piace vedere in televisione chi è simile a sé. Anzi, chi è peggiore: è un fenomeno consolatorio. Io sarò maleducato e ignorante, ma vuoi mettere questi? E pensa che sono pure parlamentari, vanno pure in tv! E il teleutente abbocca. Perché alle televisioni nulla frega dell’educazione o dell’informazione della gente: quel che importa è fare profitti. E la cultura ordinata e rispettosa delle forme e delle sostanze di profitti non ne fa: credete a Tremonti, che se ne intende.

Perciò, o si rieduca il popolo italiano alle sacrosante regole della civiltà relazionale oppure, in televisione, avremo sempre corride tra ciarlatani. Ma ci vorrebbe un nuovo Alberto Manzi: e dove lo trovi, oggi, uno che ti istruisca e ti educhi, senza gridare nemmeno una volta?

Un pensiero su “PRIMA LEGGE DEL TALK-SHOW: SE NON HAI NIENTE DA DIRE, DILLO FORTE

  1. Fiorenzo Alessi dice:

    Egr. Marco Cimmino,
    applausi a scena aperta alla sua condivisibilissima terapia che, iniziando dalla palese necessità di un TSO , troverebbe sicuro conforto da una sana rieducazione in Siberia.
    Non vedrei male, ad abundantiam (ma ovviamente sempre a fin di bene, eh !) , una raffica di potenti pedate in quello che , per molti, è il contraltare della faccia.
    Comunque, lasci riposare in pace il Maestro Manzi : qui siamo ben oltre il …troppo tardi . Cordialmente.
    Fiorenzo Alessi

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