IL NATALE DI MAGGIO DEL GIRO D’ITALIA, CON E SENZA I CICLISTI

Sta tra il Jerome K. Jerome  di “Tre uomini in barca” e il Monicelli di “Amici miei” il nuovo romanzo di Cristiano Gatti “Il Natale di maggio” (Prima Pagina Edizioni, 388 pagine, 18 euro). Prima di tutto è  però un “road movie”, anzi, scusate: un “road libro”. Laddove gli amici di Jerome avevano il Tamigi da navigare in lungo e in largo (soprattutto in lungo), qui i tre  protagonisti hanno a disposizione l’Italia intera, e scusate se è poco.
Ovvio che ne venga fuori una narrazione pervasa di un umorismo decisamente meno anemico rispetto al modello inglese; il rapporto tra Cristiano, Angelo e Pier è invece cameratesco, sfacciato e irridente, ma cementato da un collante insuperabile: il Giro d’Italia.
“Il Natale di maggio” è proprio il Giro, che vede i tre amici, giornalisti e dunque spadaccini della penna, riunirsi ogni anno per una nuova  picaresca avventura al seguito della corsa rosa. Al seguito sì, ma anche davanti, di fianco e oltre: ovunque ci sia da incontrare personaggi nuovi, famosi o sconosciuti, affrontare menù di trattorie promettenti e condividere alberghi e sale stampa: «Un Giro d’Italia in tre – scrive Gatti -, sulla stessa macchina, negli stessi alberghi, nelle stesse trattorie, nelle stesse sale stampa, è un test antropologico che non presenta uguali. Forse solo gli astronauti lasciati a vagare nel cosmo dentro la stessa navetta, magari per mesi, superano per complessità e attendibilità questa prova, ma non ne sono sicuro».
Ovvio che ogni tanto qualcuno sbrocchi, s’incendi di esasperazione: fa parte del gioco. Come del gioco natalizio fanno parte i pranzi, la caccia ai regali e i maglioni da denuncia per scempio del panorama. Roba dura da sopportare, ma necessaria al bene supremo: il Natale e il suo potere di collante umano.
Gatti, inviato di lungo corso,  qui canta il Giro d’Italia come “scusa” per staccare tre settimane, non tanto dalla famiglia quanto dalla routine che porta a vivere il tempo in circolo.
Al Giro il tempo invece procede lineare, dalla partenza all’arrivo, ogni giorno una tappa, ogni giorno un’avventura completa in sé. “Il Natale di maggio” regala molto ai lettori, dal punto di vista narrativo e anche da quello linguistico (con deliziosa scorrettezza di una tappa si dice che è «piatta come la zia Sofia»); un inno all’amicizia che è anche un inno al giornalismo, quello che si pratica sempre di meno: “al seguito” della storia, in macchina e a piedi, e non dietro a un computer.
“Il Natale di maggio” è anche un “Sorpasso” senza finale tragico. La conclusione arriva invece un poco malinconica: dopo tre settimane ci si lascia, si torna al conforto quieto della famiglia. Aspettando che il Giro ripassi.

Il libro:

Cristiano Gatti, Il Natale di Maggio, Prima Pagina Edizioni, 388 pagine, 18 euro

( per l’acquisto diretto, senza spese di spedizione, mail a [email protected] )

 

 

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