PIETA’ PER LA FAMIGLIA DI FILIPPO

Non era un bravo ragazzo, va bene. Lo sono tutti fino a prova contraria del resto, e a volte la prova contraria è agghiacciante, va bene. Parlo di Filippo naturalmente, l’assassino di Giulia.

Penso alla famiglia di Giulia, ma non posso non pensare anche alla famiglia di Filippo, che ora, non bastasse l’orrore, è travolta da questa formula disgraziata che lei stessa ha diffuso, perché lo credeva, ne era convinta e non aveva ragione di non esserlo. Bravo ragazzo.

Io non so come sia possibile mettere un freno all’accanimento, perché comprendo la cronaca, ma comprendo meno lo scalpello che a tutti costi vuole trovare l’antecedente, la prova contraria che già ci diceva che non era un bravo ragazzo.

Magari non lo era davvero e avremo tempo e occhi asciutti per dirlo e ribadirlo, ma io non riesco nemmeno a immaginare il macigno per quei genitori. Se solo si potesse avere un po’ di silenzio ora, avere un po’ di pazienza e rispetto, per tutti, per tutti quelli che sono stati ammazzati in questa storia maledetta: Giulia, la famiglia e gli amici di Giulia, la famiglia e gli amici di Filippo.

Se solo si potesse, se solo tutti tornassimo a casa e tra le mura di casa riuscissimo a capire cosa non ha funzionato e cosa potremmo fare per non ritrovarci tra un po’ con un’altra Giulia e un altro Filippo, ammesso che sia possibile. Le mura e le famiglie che in fondo nascondono spesso la spiegazione dei vizi e delle virtù, ma non proprio tutti i vizi e nemmeno tutte le virtù.

E così anche quella famiglia, che oltre a un figlio carnefice si ritrova con il tormento di un pensiero insopportabile, il pensiero di aver sbagliato tutto, un pensiero che abbiamo il dovere di risparmiare a loro in questo momento. Perché non è vero che hanno sbagliato tutto.

Ora, sarebbe un atto di grande umanità provare a risparmiare loro almeno questo.

Per quel poco che vale.

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