Ha ragione la sorella di Giulia, che ha pure l’attenuante di una rabbia feroce: “E’ stato il vostro bravo ragazzo”.
Sì, ha tutte le ragioni: da una settimana andavamo avanti a dire ma no, non è possibile che le abbia fatto del male, Filippo è un così bravo ragazzo. Bravo ragazzo? Perchè non rubava, non bruciava le macchine, non spacciava? Cosa vuol dire, bravo ragazzo? Si è bravi fino a prova contraria, fino a quando il lato nero del nostro io peggiore non prende in mano la situazione e si manifesta con tutta la sua spaventosa cattiveria.
Dovremmo piantarla, almeno in questo, una volta per tutte: ogni volta, davanti ai delitti più efferati, c’è tutto un parentado e un circondario di quartiere che si mette in fila davanti ai microfoni per giurare che sì, era una brava persona, mai avremmo detto.
Ecco, mettiamoci il cuore in pace: Filippo è qui a dimostrarci, una volta di più, sperabilmente una volta per tutte, che anche i bravi sono capaci delle cose peggiori. Perchè gli uomini sono come un certo whisky, sono blended, un’insondabile miscela di bene e di male, perchè nessuno è santo e perfetto, perchè quando scatta una certa molla chiunque diventa capace di qualunque cosa.
Detto questo, riconosciuto finalmente questo, allora sarà possibile trarre anche dalla sconvolgente storia di Giulia&Filippo la sola conclusione possibile, più che altro consegnata alle donne: finitela, una buona volta, di pensare che i maschi più possessivi e ossessivi siano comunque trattabili. Ciascuna di voi, anche tumefatta di lividi, riesce sempre a dare una nuova possibilità, fosse anche solo per il famoso ultimo incontro chiarificatore. Quante volte, dio santo, quante volte ci devono ripetere che non bisogna mai, MAI, cedere al tranello dell’ultimo incontro, o comunque all’incontro senza impegno, senza niente, perchè comunque un minimo di affetto rimane, perchè adesso possiamo continuare da amici, come puntualmente diceva Filippo a Giulia, per accompagnarla a comprare le scarpe. Giulia non doveva andare a prendersi le scarpe con quel tipo ormai diventato demone, Giulia doveva andare dai carabinieri, o dalle associazioni specializzate, per segnalare in che razza di incubo si era ficcata lasciando quel fidanzato fuori controllo.
Giulia non può più farlo, possono farlo tutte le altre nelle stesse condizioni. Magari senza aspettare la seconda sberla: si va alla prima. Perchè è ormai dimostrato che quando ne parte una, tante altre ne seguiranno, troppo spesso fino al finale peggiore.
Ciao Giulia, ciao ragazza innocente, ciao ragazza vittima, ciao creatura senza più sogni. Piacerebbe a tutti pensare che almeno la tua morte servirà a qualcosa. Ma purtroppo ogni volta – e ormai queste volte sono davvero tantissime – ci ritroviamo ai funerali per dirci le stesse cose. Salvo scoprire che c’è sempre una donna, magari sul nostro stesso pianerottolo di casa, che incassa ogni genere di umiliazioni e di violenze nella muta speranza di uscirne in qualche modo, da sola, senza sollevare un polverone.
Giulia, cara, dovevi sollevarlo, questo polverone. Non dovevi aspettare, non dovevi esitare. E dovete sollevarlo tutte voi, carne da macello di noi maschi impazziti. Perchè non se ne può davvero più di ascoltare poi il branco che bela le stesse fesserie, non è possibile, era un così bravo ragazzo. Stanno facendo più morti questi bravi ragazzi che i killer di tutte le mafie.