L’ITALIANO È LA LINGUA PIÙ SEXY, LEGGETE A BASSA VOCE

L’italiano è la lingua più sexy del mondo. Lo dice la scienza: dobbiamo crederci. Si impone dunque un’avvertenza: evitate di leggere queste righe ad alta voce, se non volete dare in smanie. Detto tra noi, e piano piano, possiamo aggiungere che la rivelazione viene dalla raccolta di record linguistici diffusa da Preply, una piattaforma per l’apprendimento delle lingue. L’inglese si aggiudica il primato di idioma più diffuso (precedendo il cinese mandarino), l’arabo quello della lingua con più parole, ma a noi tocca il record più intrigante: non c’è altra parlata che metta in moto testosterone e ossitocina quanto la nostra. Sorprende, a questo punto, che l’indice di natalità nazionale sia ai minimi storici: sarà forse che siamo troppo abituati a questa lingua così libidinosa, cosicché a noi non fa più effetto. Basta però presentarsi al Brennero ed ecco che possiamo marciare su Berlino lasciandoci alle spalle una scia di creature gementi.

Questa storia dell’italiano sexy non è nuovissima. La sfruttava il film “Un pesce di nome Wanda” nel quale alla protagonista Jamie Lee Curtis bastava sentire alcune parole in italiano – peraltro pronunciate con approssimazione dagli attori John Cleese e Kevin Kline (“parmessana con spinacha! Benito Mussolini!”) – per perdere del tutto il controllo. Ancora prima, James Joyce nell’episodio “Eumeo” del suo “Ulisse” fa in modo che i personaggi principali – Leopold Bloom e Stephen Dedalus – incrocino per strada un gruppo di italiani. Joyce riporta il dialogo tra questi (compresa una potente bestemmia) e lascia che Bloom, all’oscuro del significato di quelle parole, elogi la musicalità intrinseca della loro lingua. “Stanno litigando per soldi” lo informa il giovane compagno di strada, smontando così un mito ma anche avanzando un’interessante ipotesi: tutte le lingue possono essere affascinanti, interessanti e perfino magiche a patto che non se ne comprenda una sola parola.

La scienza, però, ha consegnato all’italiano un primato preciso: quello di lingua più sexy. Come ha fatto? Registrando il battito cardiaco di chi l’ascolta. In una serie di misurazioni effettuate sui partecipanti a un test, l’italiano ha fatto segnare l’incremento dei battiti più significativo (il 23 per cento). Segue il portoghese. Terzo posto a pari merito per francese (favorito dai pronostici si potrebbe dire) e greco.

Lusingati dal primato, ci guardiamo bene dal discutere il metodo seguito per stabilire la graduatoria, anche se è inevitabile osservare almeno di passaggio come non necessariamente l’aumento del battito cardiaco equivalga ad eccitazione sessuale, altrimenti in ogni stadio di calcio assisteremmo allo scatenarsi di orge di massa.

Altra questione: quale italiano e parlato da chi hanno ascoltato i partecipanti al test di cui sopra? Quello di Alberto Lupo o quello del senatore Razzi? Sono stati alimentati, gli ormoni dei volontari, con le dichiarazioni di un centrocampista a fine partita o con la voce di Anna Maria Guarnieri in “E le stelle stanno a guardare…”?

Ma qui, forse, torniamo a bomba: ogni lingua può incarnare una virtù – spirituale o carnale poco importa – a patto che non se ne comprenda il significato e non la si conosca nelle sue versioni ufficiali o corrotte dai localismi: solo così gli strafalcioni passano inosservati e gli accenti sgangherati non involgariscono l’enunciato. Ma più ancora la totale incomprensione ci permette di sognare, di fantasticare per il meglio. Bloom immaginava un’Italia in cui tutti vivevano cantando come sul palcoscenico di un melodramma, noi possiamo impregnare una qualunque lingua lontana – il thailandese, per esempio, o il filippino – di spezie esotiche e fragranze inebrianti, anche quando chi le parla sta descrivendo i vantaggi di un 3×2 al supermercato. Si esalta sempre lo studio delle lingue come sicuro mezzo per un più ampia comprensione del mondo, ma trascuriamo di dire che ciò equivale, sempre e inevitabilmente, a una cocente delusione.

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