PERCHE’ (GRAZIE AL CIELO) FAZIO E’ LA WATERLOO DELLA FERRAGNI

Dice poco e anche male, ma fa bene: a Fabio Fazio. Lui, il neo eletto papa della tivù tradizionale salito al soglio catodico dopo la scomparsa di Maurizio Costanzo, gongola come pochi per gli ascolti da record del suo “Che tempo che fa” in onda sul Nove. L’intervista a Chiara Ferragni ha spaccato! L’influencer che ha vissuto nel mondo dei balocchi e di Balocco ha condotto il programma ideato da Fazio al secondo posto dei programmi televisivi più visti di domenica 3 marzo. Fabio Fazio ha tenuto incollati al piccolo schermo 2.979.000 telespettatori con uno share del 14,03%. Record: più di Papa Francesco!

Non entriamo nel merito dell’intervista, che se la si vuole rivedere è su tutte le piattaforme internet, ma la cosa che ha colpito è il messaggio che Chiara Ferragni, dopo settimane di preparativi e studi approfonditi di lacrime e silenzi, ha voluto divulgare: «Voglio imparare a vivere più nel presente». Bene. Il problema è che nel presente c’è sempre stata, anche e soprattutto sui media tradizionali, quelli considerati superati e stantii come radio televisione e carta stampata di ogni ordine e tipo.

Se fosse stata davvero all’avanguardia si sarebbe dovuta intervistare (tanto le domande sono state tutte preparate a tavolino, controllate e vidimate dal suo ufficio legale) sui propri social. Perché non l’ha fatto? Perché è ricorsa prima al “Corriere” e poi a Fabio Fazio? Se era così incisiva con i suoi social, perché le sue campagne non le ha fatte solo sui propri profili?

Forse perché ai social manca “autorevolezza” e “reputazione”: dicono niente questi due sostantivi? In quel mondo si condivide il nulla eterno, che però fa numero e massa critica. Si vive il vuoto pneumatico di un’esistenza schermata da un vetro.

Per fare i veri soldi, Chiara Ferragni ha dovuto ricorrere alle campagne pubblicitarie tradizionali, quelle da boomer, per intenderci sui media tradizionali: da Balocco a Bmw, che si è censurata alla velocità del suono.

Di questa vicenda, già abbondantemente raccontata, sappiamo che da oggi nulla sarà come prima: i social hanno intrapreso la loro curva involutiva, i grandi proprietari da Elon Musk e Mark Zuckerberg sono pronti a mettere tutto a pagamento e le grandi aziende di cui sopra, dopo aver cambiato (si spera) i loro uffici marketing, torneranno a lavorare sulle idee, sui prodotti, provando a differenziarsi.

Poi ci sono i followers, veri o presunti, che come Andreotti dixit si contano ma soprattutto si pesano. Nel suo caso erano voti, nel caso della suffragetta Ferragni i seguaci avrebbero dovuto produrre vendite che nella sostanza non ci sono state. Basta dare un occhio ai bilanci di quelle aziende che hanno intercettato la madonnina del pandoro per rendersi conto che tutto quello che ha toccato è diventato oro solo per lei.

Ultimo pensiero: fino a prova contraria, piaccia o non piaccia, le denunce e le inchieste giornalistiche sono partite da giornalisti. Fior di giornalisti: Roberto Dagostino e la sua spettacolare redazione di Dagospia, e Selvaggia Lucarelli, che userà anche lei i social, ma soprattutto sa usare penna e cervello.

3 pensieri su “PERCHE’ (GRAZIE AL CIELO) FAZIO E’ LA WATERLOO DELLA FERRAGNI

  1. VANDA ANNA BAYSLAK dice:

    Sono così avulsa dal sistema Ferragni che non mi vengono le parole per parlarne. Come dice Stagi, tutto quello che ha toccato è diventato oro: per lei.
    Bravi i giornalisti che hanno indagato. Questa è giustizia secondo me.
    Non posso parlare di Fazio: mi ripugna. Ma come? Trasmetti in un canale sconosciuto e ti rallegri per uno share “pazzesco” ottenuto con la Ferragni, alla quale non ti azzardi a fare una domanda fuori dallo schema previsto?Io mi vergogno per te, caro Fazio, ma tu sei un bravo “soldatino”. Ben oliato e pagato.

  2. Cristina Dongiovanni dice:

    Per quanto mi riguarda è tutto perfettamente aderente al mio immaginario mediatico. Fazio, Chiara, le domande preparate, le risposte pure (perché secondo voi gli altri approdano all’acquario faziano ignari?). Quello che mi piace è che finalmente questa assurda costruzione venga smontata. Spererei tanto che fosse il primo passo verso una più ampia demolizione di queste figure specchio che succhiano energia a cervelli che potrebbero dirigere la propria attenzione verso qualcosa di meglio. Senza esagerare ma che valesse qualcosa.

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