PAROLA DI MADRE: PRIMA O DOPO IL MATRIMONIO, PURCHE’ SIA SESSO SANO

Temo che ridurre l’ultimo documento papale alla sola affermazione “mai sesso prima del matrimonio” sia una semplificazione eccessiva. Sicuramente è facile, rapida, perfetta per l’onda social che si è scatenata in queste ore. Ma non è aderente alla realtà.

Doverosamente premesso che non sono un’esperta di scritti ecumenici, ho però dedicato un po’ di tempo alla lettura dei quotidiani che riferiscono del testo “Itinerari catecumenali per la vita matrimoniale. Orientamenti pastorali per le chiese particolari”, ed è nella prefazione di questo scritto, a cura del “Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita” che Papa Francesco tocca molti punti a proposito del percorso verso la vita matrimoniale.

E sì, si affronta anche il tema “castità”, ma come scelta che miri al rispetto dell’altra persona, che tenga conto dei suoi desideri, delle sue inclinazioni.

Ecco, in un’epoca che affolla le cronache di delitti domestici, dove non passa giorno ormai nel quale l’ennesima donna (moglie, fidanzata, talvolta figlia incappata per sbaglio nella follia omicida di un marito, fidanzato, padre o amante) diventa protagonista di pagina perché ammazzata, mi pare interessante questo richiamo del Papa al rispetto della persona, ancor prima della discussione se sia giusto o sbagliato fare sesso senza essere ancora sposati.

Prima o dopo il matrimonio, purché sia sesso sano. Dove “sano” significa affrontato all’età giusta, senza imposizioni, come apice di un momento d’amore vero, sincero. Soltanto così lo scambio fisico può far crescere un rapporto di coppia.

Questo il mio pensiero da laica, ancorché credente, che si è sposata in chiesa.

E questo è anche l’insegnamento che dovrebbe essere sistematicamente offerto ai più giovani, mi verrebbe da dire, su tutte le piattaforme disponibili: famiglia, scuola e, perché no, anche chiesa per chi ci va e per chi ci crede.

Perché è soltanto partendo da una educazione dal basso, dall’inizio, che si può provare a scongiurare lo strazio quotidiano di chi intende l’”altro” (tanto, troppo spesso, una “lei”) come un oggetto di proprietà.

E c’è un ulteriore elemento di novità, che condivido, nelle parole del Papa: fra le molte indicazioni c’è un invito a ripensare il ruolo dei coniugi che si presentano come testimonial ai corsi prematrimoniali, credo ancora obbligatori, per chi si sposa in chiesa: bene, ottima cosa, perché ai miei tempi certi interventi della cosiddetta “coppia modello” di turno che spiegava “come si fa”, lasciavano davvero a desiderare.

Non è, infatti, possibile fornire ai futuri marito e moglie un libretto delle istruzioni: non tanto perché non lo si voglia dare, ma perché non ne esiste uno uguale all’altro. Ogni coppia deve trovare il proprio equilibrio che è fatto di mille sfaccettature: impossibile indicare una modalità uguale per tutti.

E che persino il Papa abbia capito questo è il segno della sua ormai comprovata modernità.

Altro che Medio Evo.

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