EUROPA INAMIDATA

L’abito fa il monaco, eccome. La forza delle immagini è più eloquente delle parole. Mi riferisco all’istantanea di Draghi, Macron e Scholz, capi delle tre principali potenze europee, che si sono messi in posa di rito con Zelensky a Kiev. Al momento ho pensato che fosse l’ucraino in visita a Bruxelles, visto il red carpet e gli abiti eleganti con giacche e cravatte dei paludati rappresentanti della civiltà occidentale. La foto mi ha subito dato un senso di fastidio, come se ci fosse qualcosa di stonato e sbagliato, e non era certo per il povero Presidente della nazione oppressa, l’unico in tenuta quasi mimetica, maglietta marrone a maniche corte, calzoni e scarpe sportive.

Direte: è solo una questione formale. Può darsi, però io sostengo che è una questione di sensibilità ed è uno specchio di come siamo. Là piovono bombe e muoiono le persone tutti i giorni, sono in gioco la libertà e la vita di un’intera popolazione. E loro arrivano lì freschi dopo un bel viaggio in treno, per il quale si sono sprecati servizi giornalistici e battute su chi avesse la cabina più elegante e meglio arredata (dicono Macron, i soliti francesi), come fossero sull’Orient Express in gita. Tra l’altro, scomodando un contingente enorme di servizi speciali per la sicurezza. Cosa avranno pensato anche loro, sentendo tintinnare l’argenteria della sala del tè? Le scorte così si giustificano quando gli scortati si adattano e agiscono dimostrando di aver compreso dove si trovano, non certo per difendere i preziosi bagagli con i completi sciccosi, pronti per gli scatti dei fotografi.

Questa è un’Europa che non è sintonizzata con gli eventi, inchiodata sugli scranni dei parlamenti, che ingrassa e non progredisce, che preferisce parlarsi addosso, alla ricerca di un leadership fatta soprattutto di blabla e di conferenze stampa, invece che con fatti e comportamenti virtuosi. Io mi dissocio da quest’immagine, non mi dissocio certo dall’ideale di Europa sognata da Altiero Spinelli. Non ci sto a vedere questi politici inamidati come i loro eleganti vestiti, che alla fine portano solidarietà soprattutto a se stessi, alla caccia di voti in patria in una sorta di campagna elettorale in trasferta. Molto meglio una classica videoconferenza del “soldato” Volodymyr, che almeno ci fa abbassare gli occhi per la vergogna direttamente a casa nostra, senza spendere un soldo.

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