ORGOGLIO E GRANDEUR DI FRANCIA AI PIEDI DI MBAPPE’

Gran bel sollievo, una corroborante ventata di ottimismo: non sono poi così impellenti i problemi da risolvere in Francia rispetto a quello di trattenere Kylian Mbappè al Paris St. Germain. Scivolano in secondo piano la questione del terrorismo, del tormentato rapporto con l’EU, dei migranti (5 morti nel canale della Manica), il nucleare, il tetto di Notre Dame, il rimpasto di governo col nuovo sbarbato Attal alla guida, le conseguenze sulla politica estera…

Prime pagine in arrivo d’Oltralpe che abbiamo letto sino a poche ore fa. Ora però gennaio 2024 già vola verso la sua seconda metà e ha in calendario una terribile scadenza, capace di togliere il sonno al presidente Macron, a milioni di suoi connazionali (lui crede) e dare nuova linfa alla stampa: il termine fissato dal Real Madrid affinché l’attaccante scelga di trasferirsi in Spagna a fine stagione o restare al PSG.

Tecnicamente, la data era quella di lunedì 15, ma per le normative Uefa è il 31. Non che cambi molto, per la verità: il 30 giugno a Mbappè scade comunque il contratto in essere con il club della capitale, dunque potrà scegliere comodamente a febbraio, marzo, aprile… Purché il Real attenda. E attenderà, eccome se attenderà, incamerando nel frattempo segnali in un senso o nell’altro.

Macron non vuole deturpare in partenza il suo bel 2024 dopo averlo proclamato “l’anno dell’orgoglio francese”: l’anniversario (80 anni) dello sbarco in Normandia e il compleanno dell’impressionismo (150), le Olimpiadi, la riapertura di Notre Dame appunto. Vuoi sminuire tutte queste gloriose ricorrenze con la fuga di Mbappè in Spagna? Non se ne parla proprio. Si tratterebbe di una sconfitta politica pesante, perché nella narrazione – non solo di Macron – la stella del Paris rappresenta il più bel messaggio alla nazione a proposito di diversità superate, integrazione perfettamente riuscita, immaginario collettivo del “grande sogno francese”. Kylian, terzo sportivo più pagato al mondo, campione del mondo in Russia nel 2018 e vicecampione in Qatar nel 2022, è di famiglia algerino-camerunense ed è cresciuto a Bondy, estrema periferia di Parigi.

Mamma Fayza e papà Wilfred erano una coppia affiatata e crescevano i loro tre figli, poi qualcosa si è incrinato e ora Fayza si occupa solo del calciatore, Wilfred degli altri due. La madre, ex ottima giocatrice di pallamano, lo segue nelle scelte professionali, ma anche e soprattutto della gestione della fondazione “Inspired by Kylian Mbappè”, che segue negli studi un centinaio tra ragazze e ragazzi in difficoltà. Allo scopo Fayza non ha fatto sconti al figlio: “O devolvi il 30% dei tuoi guadagni alla Fondazione, o non se ne fa nulla”. Non un grosso problema per il cannoniere, che guadagna 50 milioni di euro all’anno solo di ingaggio e ha un’offerta da 72 per restare a Parigi.

Già nel 2022 l’operazione era riuscita, a Macron: il pupillo stava per prendere il volo, bastò una telefonata del presidente per convincerlo a restare con la squadra più faraonica e perdente del mondo. Il PSG di Nasser Al-Khelaifi, presidente del fondo sovrano Qatar Investment Authority, continua a rilanciare come al tavolo da poker. A leggere le carte, però, sarà la signora Fayza. Il grande alleato di Nasser è Macron, che sta per giocare un altro jolly nazionalpopolare: giovedì 18 gennaio andrà in onda su France 2 una puntata straordinaria di “Envojé special”. Ospiti, mamma Fayza in studio e il pargoletto Kylian con intervista registrata.

Chi sperava in una prima svolta resterà assai deluso. Gli spifferi provenienti dalla sede dell’emittente nazionale parlano di un dialogo basato su storie, aneddoti, massimi sistemi: nulla che faccia presagire la scelta della famiglia Mbappé, per cui la Francia continuerà ancora per qualche tempo ad andare a dormire in ambasce. A parte i marsigliesi…

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