ORBAN, DONATORE DI MIDOLLO E DI CONSOLANTE UMANITA’

E’ tedesco naturalizzato ungherese, Willi Orban, 31 anni, difensore e capitano del Lipsia. La sua squadra è quarta a sole 4 lunghezze dal Bayern capolista con 40 punti: segue la sorprendente Union Berlino con 39, Borussia Dortmund 37 e appunto i Tori Rossi (il Lipsia è della RedBull) con 36. Raramente il campionato tedesco, la Bundesliga, è stato così equilibrato e appassionante: di solito, i bavaresi se ne vanno presto e vincono lo scudetto, attualmente 10 consecutivi. In questo weekend si gioca la partitissima tra l’Union e il Lipsia, la Germania freme elettrizzata: sarà una delle sfide più importanti della stagione, consegnerà un verdetto forse decisivo per chi resterà in scia del Bayern.

Il capitano del Lipsia, però, non ci sarà. Per scelta sua ed è una scelta che risale a più di 5 anni fa, quando si iscrisse al registro donatori di midollo osseo. Il difensore ha ricevuto la chiamata, per la prima volta dal 2017, ed è quindi pronto a saltare uno dei match più importanti della sua vita.

E’ partito in settimana per Dresda, con l’appoggio del club, del suo allenatore e dei suoi compagni, per andare a sottoporsi all’aferesi periferica delle cellule staminali, per donare il proprio midollo a una persona che soffre di cancro al sangue. Questo semplice metodo viene utilizzato nel 90% dei casi di donazione di tumori del sangue e nel prelievo di midollo osseo nel 10% dei casi. In preparazione alla rimozione delle cellule staminali, Willi Orban ha ricevuto iniezioni speciali (da sabato fino a mercoledì mattina) che assicurano una maggiore produzione di cellule staminali e il loro ingresso nel flusso sanguigno. Ha dovuto interrompere gli allenamenti e con ogni probabilità non sarà nemmeno convocato per la prossima delicatissima gara.

“Ovviamente all’inizio sono rimasto un po’ sorpreso quando ho saputo che ero un possibile donatore. Ma mi è stato subito chiaro che volevo affrontare direttamente la donazione. È l’opportunità di salvare una vita umana con uno sforzo minimo, non ci sono due opinioni per me. Spero sinceramente che la mia donazione possa aiutare a guarire completamente il destinatario. Ovviamente è scontato che perda la partita contro l’Union, ma nonostante tutte le mie ambizioni sportive, in questo caso diventa un fatto secondario. Chi mi conosce sa che farò di tutto per tornare in squadra il prima possibile”.

Tramortiti dalle immagini di macerie, fiamme, morti e tragedie dall’Ucraina alla Turchia, fino alla Siria e al Libano. Affogati nell’oceano mediatico di Sanremo. Annoiati dai rimbalzi di polemichette tra nani, ballerine, circensi e figuranti della politica. Sconcertati dalla quotidiana cronaca nera di miserabili storie e miserabili protagonisti. Disorientati dal rovesciamento delle stagioni con il Nord che diventa il Sud e viceversa.

Ebbene, ecco un respiro profondo di aria pulita: esistono ancora gli uomini, con i loro cuori e i loro sentimenti. Ci sono squarci di luce nel nostro buio planetario. Grido da queste colonne che vivono ancora, tra di noi, coraggio, sacrificio, generosità. Solidarietà, quella vera. Slanci che per qualche attimo ci riportano in alto, ci regalano sollievo. E in questo piccolo spazio assolato, merita una menzione anche Merih Demiral, difensore dell’Atalanta, che ha chiamato a raccolta decine di suoi colleghi (tra i quali Cristiano Ronaldo e Dybala) per mettere all’asta le proprie maglie e devolvere il ricavato a favore delle vittime del terremoto.
Appigli ai quali aggrapparsi quando sembra di affogare nelle sabbie mobili dell’umanità quotidiana.

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