FESTIVAL ANALISI: ACROBAZIE PER ALZARE LO SHARE, MA 50 MILIONI NON LO GUARDANO

Piace un sacco questo Festival, pieno zeppo di cose e di cause, giuste e sbagliate, sbagliate perché giuste, alte e banali: nobili. C’è tutto nel grande caravanserraglio del Festival, in questo enorme baule di cose perse e perdute, recuperate e recuperabili, innovative e futuribili, anticipatrici ed emancipatrici. Ci siamo noi tutti, e siamo in tanti. Dicono che è lo specchio del Paese: pensa un po’.

È tante cose assieme il Festival della canzone, canzone che è sempre costantemente in sottofondo, sullo sfondo, a margine ed emarginata. C’è la musica da celebrare, come quella dei Pooh, dei MorandiRanieriAlbano o dei Maneskin, e quella da assimilare, risentire e valutare di corsa, perché in corsa per una competizione che c’è, ma in definitiva si vede poco.

È tante cose assieme il Festival della canzone: è quello del sublime Roberto Benigni, che ci fa a suo modo un ripasso costituzionale della Costituzione rendendola fruibile a tutti come solo lui sa fare, alla Ferragni ingobbita e piagnucolosa (nella foto con Karl Valentin, commediografo ed esponente di spicco del cabaret tedesco, ndr) con la sua letterina scritta da sé a sé stessa. E poi c’è la pallavolista Egonu che è italiana, veste la maglia azzurra da fuoriclasse nel suo sport, ma si arrabbia se qualcuno ancora le chiede: ma sei italiana? Dopo averla sentita leggere, ce lo chiediamo un po’ tutti. C’è di tutto e di più, da tramortire anche il più resistente dei telemorenti, in quell’ottica del “venghino siore e siori, venghino”, avanti un altro, c’è posto per tutti!

L’Italia è incollata alla tivù, così dicono i numeri, così dicono i resoconti, ma forse è solo un’illusione ottica. I numeri vanno letti e forse non è il caso di esagerare a far paragoni impropri con gli anni precedenti. Come è possibile che lo share (cioè la percentuale di ascolto sulla platea totale che guarda la tv) sia così alto quando il numero degli spettatori diminuisce? La prima serata ha raggiunto il 62,4 per cento di share con 10.757.000 spettatori: 154.000 spettatori in meno dello scorso anno, quando il debutto aveva realizzato il 54,7 per cento. La forbice si allarga nella seconda serata che ha perso 775.000 spettatori rispetto alla stessa serata 2022, ma con uno share che è arrivato al 62,3 per cento. Ieri sera stessa tendenza confermata: 9.240.000 spettatori con il 57,6% di share. L’anno scorso, la media d’ascolto della terza serata fu di 9.369.000 con il 54.1% di share.

Alcuni esperti massmediologi spiegano lo scarto al fatto che le serate quest’anno sono lunghissime (ancor più del 2022), quindi gli spettatori vanno a dormine e si abbassa la media delle persone che guardano il Festival, così si alza lo share. Ma c’è anche un’altra ragione. L’Auditel, da quest’anno, ha cambiato il metodo di calcolo. Dalla platea complessiva è stato tolto il dato delle tv non riconosciute (denominate altre tv, le minori). Usando il vecchio sistema Auditel, lo share delle prime tre serate sarebbe stato diverso e sicuramente più basso. Dunque non si possono fare paragoni con gli anni precedenti, anche se in ogni caso i dati restano importanti, per un evento che attira attenzioni e considerazioni. Ma è sempre bene rimanere con i piedi per terra: davanti alla tivù si posizionano dieci milioni di italiani, ma cinquanta milioni decidono pur sempre di guardare altro e fare dell’altro. Lo share di chi non guarda è da capogiro: conterà qualcosa, o no?

Un pensiero su “FESTIVAL ANALISI: ACROBAZIE PER ALZARE LO SHARE, MA 50 MILIONI NON LO GUARDANO

  1. Bayslak Vanda Anna dice:

    Altroché se contano! 50 milioni di persone che come me snobbano Sanremo! Quello che più mi fa arrabbiare è che non posso tener fede alla mia scelta. Cosa succede? Succede che ogni programma che tenti di guardare è sostituito dai commenti su Sanremo o peggio ancora dai cantanti che stanno partecipando a Sanremo! Io non so più come uscirne e quindi o spengo la televisione o leggo. Perché non è più come una volta che in tre giorni ci toglievamo la rottura santissima? Ai posteri l’ardua sentenza…….

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