Ora, se tali considerazioni raffinate ed eleganti fossero state rilasciate da un sovranista, fascioleghista, un volgare Trump qualsiasi, avremmo la sollevazione di fogli e talk show radiotelevisivi, interventi sul razzista che se la prende con i diversamente alti, una denuncia all’Onu, la richiesta di una censura da parte del papa, sempre pronto all’uso.
Invece si registrano sorrisi vari, applausi e riverenze. Obama Barack o Barack Obama, è lo stesso, può permettersi la qualunque, offende, insulta, deride ma resta l’idolo di sempre, al di là dei sette Paesi bombardati dagli americani durante la sua presidenza.
Il titolo dell’autobiografia è “Una terra promessa”. Fa venire in mente una canzone di Ramazzotti Eros o Eros Ramazzotti, è lo stesso. Il disco risale al 1984. Mister Obama, non faccia troppo il furbo.