NUOVO RINASCIMENTO ITALIANO: LA RAGAZZA AL CIOCCOLATO SDRAIATA SUL BUFFET

Beh, che ci trovate di strano? Per festeggiare un manager milanese, in un hotel in Gallura, gli hanno fatto trovare, tra dolcetti e bonbons, sdraiata sul tavolo del buffet, una ragazza ricoperta di cioccolato. Io, personalmente, non ci trovo proprio nulla di strano e, anzi, mi stupisco di come un fatto del genere possa rappresentare una notizia. Dico, ma vi siete guardati in giro? Altro che fanciulle tegumentate di cacao: fra cialtronaggine, volgarità e strafottenza, l’Italia sembra una commedia paradossale degli anni Sessanta. Con la cospicua differenza che siamo nel 2023 e questa non è una commedia, ma la realtà.

Così, dovrei commentare, a vostro uso e consumo, l’ennesima cafonata italica: talmente cafona da fare impallidire l’Italiano vero del compianto Cutugno, col suo vestito gessato sul blu e la partita alla domenica in tv. Perché questo siamo diventati: delle macchiette. La gente comune si comporta come se recitasse in un b-movie con Boldi e De Sica: se uno guarda l’orologio e proclama di avere abbattuto ogni record tra piazza San Babila e Cortina, lo si guarda con assoluta serietà, commentando la prestazione. Un popolo di pupazzi, di caricature: siamo i doppioni sgangherati di quello che avrebbero dovuto essere gli Italiani del futuro, quando ancora si aveva l’incoscienza di immaginare un futuro. Sciagurata parodia di un popolo che, da duemila anni, non fa che precipitare, senza soluzione di continuità, fatta salva qualche lodevole parentesi, ben presto riassorbita dalla tendenza generale.

Ragion per cui, davvero, non mi sento di fingere stupore per questa sciocchezza della ragazza glassata: altro non è che uno dei millanta segnali del fatto che stiamo toccando il fondo. Però, se volete, posso azzardare una diagnosi, anche se la possibile cura mi pare, purtroppo, soltanto palliativa, a questo punto. E la diagnosi la vado ripetendo da decenni, ovunque ci sia un direttore abbastanza incauto da darmi spazio: questo terrificante deficit morale, prima ancora che culturale, parte dai due malati terminali della nostra società. La famiglia e la scuola.

E’ lì, nell’angolo più trascurato e abbandonato a se stesso della politica nazionale, tra le pieghe di settori che a nessuno interessano veramente e cui nessun politico si dedicherebbe mai con la dovuta serietà, che maturano le aberrazioni e, in definitiva, il progressivo imbarbarimento del nostro popolo. Proporre a genitori e studenti dei modelli del tutto diseducativi, far passare per novità etiche tutte le peggiori baggianate, disintegrare ogni forma di ordine, gerarchia, struttura, non può che trasformare un sistema sociale in un caos, una maionese impazzita. E questo noi siamo: un mondo senza un alto e un basso: senza una vera idea di ciò che sia buono o sia cattivo. Insomma, un mondo senza limiti, ma anche senza aneliti.

Di tutto questo dobbiamo ringraziare, come spesso accade, una degenerazione di comodo di una dottrina, il relativismo, che, di per sé, non sembrerebbe così perniciosa: ma si parte da un’idea del tutto rispettabile, secondo cui dobbiamo variare il nostro punto di vista per giudicare quello degli altri e si arriva alla zuppa mista, in cui tutto vale allo stesso modo. Ovvero vale zero.

Ecco, la signorina ricoperta di cioccolato, per tirare le conclusioni un po’ alla spiccia, è il perfetto monumento kitsch al “todo se puede” relativistico. Bisognerebbe metterci lei, davanti all’università, invece che la statua di Minerva. Peccato solo per tutta quella buona cioccolata sprecata.

2 pensieri su “NUOVO RINASCIMENTO ITALIANO: LA RAGAZZA AL CIOCCOLATO SDRAIATA SUL BUFFET

  1. Cristina Dongiovanni dice:

    Tornata all’amatissimo ovile apro il giornale con le sue riflessioni. Spesso non le condivido devo ammetterlo. Questa volta nulla da eccepire, tutt’altro. Solo un sincero e caloroso applauso. Oltre alla solita profonda tristezza nel cuore, per la famiglia e per la scuola.

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