NONNA GIOSE ITALIANA DELL’ANNO

Abbiamo un nuovo supereroe in città. La notizia, per la verità, l’ho data male: abbiamo una nuova supereroina e non vive in città, bensì a Vigarano Pieve, che non è precisamente una metropoli, ma una località persa nella campagna ferrarese. Si tratta di Giuseppina “Giose” Molari, classe 1920, accanita giocatrice di burraco e spericolata guidatrice di Panda. Insomma, la signora ha quasi 104 anni e la sua ultima avventura la colloca, con pieno merito, ai vertici della mia personalissima classifica degli idoli nazionali. D’altra parte, di vegliarde in gamba ho una certa esperienza: la mia mamma, che è morta un paio di settimane fa, a 102 anni, fino al mese scorso recitava a memoria i Canti di Leopardi. Insomma, si può arrivare al secolo di vita senza, necessariamente, diventare dei vegetali farfuglianti: e la Giose ne è la prova provata.

Fino all’11 marzo, infatti, girava per la Bassa con la sua Panda, per andare a fare la spesa, per svolgere commissioni e, naturalmente, per giocare a burraco: la sua passionaccia. Intendiamoci, dire che a quell’età si è ancora perfettamente lucidi non significa che si è a bolla tout court: diciamo che, dopo un secolo di rotture di scatole, burocrazia e piccole menate quotidiane, non si ha più tanta voglia di occuparsi di cose del genere. De minimis non curat anus, se rendo l’idea. Mia mamma, ad esempio, ha sempre odiato i bollettini postali, per cui era tutto un rispondere a solleciti di ogni sorta: inoltre, aveva una capacità sbalorditiva di prendere lucciole per lanterne in materia di mie morose, ma questa è un’altra storia.

Torniamo dunque alla Giose. A volte, a quell’età, basta un niente per perdere la bussola e lei, tornando dal solito burraco in casa di amici, la notte fatidica dell’11 marzo, si vede che l’ha persa: o, meglio, ha perso l’orientamento, in quei luoghi, intorno a Bondeno, che ha percorso per tanti anni. E ha cominciato a girare in tondo, in una piazza della cittadina, attirando l’attenzione di qualcuno che ha allertato la Benemerita. Ed è qui, con l’intervento del Carabinieri, che si è passati da “Cuore” ad “Arsenico e vecchi merletti”: naturalmente, al cospetto della veneranda età della signora, i militi hanno più effettuato un’operazione di recupero che di repressione del crimine. Però, reato c’è stato: il più innocuo ed evanescente dei reati, invero.

Perché la Giose aveva la patente scaduta e la Panda non era assicurata. Insomma, la centenaria girava per le campagne ferraresi, più o meno, nelle stesse condizioni di un napoletano medio. Evidente comprensione da parte dell’Arma, e ci mancherebbe: tuttavia la macchina è stata portata via col carro attrezzi, privando la Nostra del suo amato mezzo di locomozione e gettando pesanti ombre sul futuro delle sue partite di burraco.

Ma Giose, classe di ferro 1920, non si è demoralizzata nemmeno un po’: non posso più girare in macchina? Mi procurerò una bicicletta o, magari, una Vespa.

Gagliardia d’altri tempi: in questo approccio positivo all’esistenza riconosco il piglio della mia cara mamma. Donne di ferro, che vengono da un’altra epoca, quasi a ricordarsi quanto è bolsa la nostra. E’ una piccola storia nobile, quella che ci arriva da Bondeno. Una storia che ci fa sorridere di tenerezza e di malinconia. Forza e coraggio Giose. Riposa in pace mamma.

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