NON E’ CHE I RAGAZZI NON ABBIANO FEDE: L’HANNO DIVERSA

Quando gli adulti osservano il mondo degli adolescenti, spesso entrano in gioco pregiudizi e visioni stereotipate. Mi sembra che prevalgano due rappresentazioni, entrambe estreme e negative. Da un lato, i giovani sono descritti come immaturi e pericolosi, attratti dall’alcol e dalle droghe, coinvolti in baby-gang o instupiditi dal mito della ricchezza facile. Oppure sono descritti fragili e insicuri, preda di problemi psicologici come depressione e asocialità, dipendenti dai social e dai videogiochi.

Per fortuna, una recente ricerca dell’Istituto Toniolo presenta una realtà ben diversa. L’oggetto dello studio è il rapporto tra giovani e fede e parte da un dato oggettivo: l’allontanamento dei giovani dalla comunità cristiana e dalle pratiche religiose tradizionali. Vero è che l’indagine è condotta su un campione sostanzialmente ristretto, poco più di 100 persone di età tra i 19 e 30 anni, ma in ogni caso i risultati sono decisamente interessanti.

Intanto, la Chiesa viene vista come sostanzialmente pulita e utile, ma anche troppo lenta e legata a riti percepiti vecchi, poco capace di intercettare e dare vita ai loro bisogni. Emerge anche una formazione religiosa limitata ai contenuti, incapace di cogliere l’esperienza soggettiva della fede. In sostanza, l’allontanamento dalla Chiesa cattolica non si rivela affatto in un rifiuto assoluto della fede, ma rivela un nuovo modo di credere, con la richiesta implicita di riconoscimento della loro sensibilità di persone di oggi. I giovani, o almeno parte di essi, sono impegnati nella ricerca di senso, criticano atteggiamenti stereotipati e chiedono autenticità nei rapporti ed adesione non formale alla proposta del Vangelo. Da questa esigenza poi scaturiscono posizioni personali diverse e talvolta originali.

Questa richiesta di cambiamento contiene una sfida per la Chiesa, ma in fondo per la società intera, che deve essere all’altezza di tali bisogni con risposte non formali o, peggio ancora, di comodo.

Per adesso, mi sembra una buona notizia ciò che emerge dalla ricerca: i giovani di oggi sono gli uomini di domani. I valori che ci formano durante l’infanzia e l’adolescenza guideranno tutta la nostra vita. La loro richiesta di autenticità e di coerenza, pur sotto forma di critica, rappresenta una speranza per il futuro.

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