Con estrema semplicità, diretto al punto, seguendo una filosofia integerrima e con l’opportuna risolutezza in un panorama di degrado totale, Abodi ha tuonato (testualmente): “Al momento del raggiungimento degli accordi tra club e tesserato, dovrà essere firmata una carta che farà esplicito riferimento ai divieti per i calciatori. 1) Scommettere in ambito sportivo. 2) Fare uso di ogni tipo di droga e sostanze dopanti. 3) Regolare in modo improprio il compenso economico. 4) Vedere contenuti audiovisivi su piattaforme pirata. 5) Avere comportamenti razzisti in campo e fuori”.
Mi perdoni Ziliani per la cover delle 5 domande rivolte ai lettori, che introducevano il suo pezzo: 1) Un calciatore può scommettere sulle partite? 2) Un calciatore può fare uso di droghe e sostanze dopanti? 3) Un calciatore può farsi pagare in nero? 4) Un calciatore può ricorrere all’uso di linguaggio o comportamento razzista? 5) Un calciatore può utilizzare il “pezzotto”, cioè – quando è a casa – guardarsi le partite su siti pirata?
Facciamo partire un gioco. Agli automobilisti è vietato passare con il rosso, investire pedoni e ciclisti, sorpassare a destra, parcheggiare dove non è consentito, guidare senza patente? Ai commercianti è vietato non emettere lo scontrino, contraffare le etichette dei prodotti in vendita, gonfiare il conto di nascosto, trasportare merce senza bolla di consegna, insultare i clienti? Ai sacerdoti è vietato fornicare, rubare le offerte, insultare chi si confessa, dire parolacce durante l’omelia, vestirsi in maniera inadeguata? Proseguite con le categorie che più vi piacciono e più vi divertono.
La morale resterà sempre quella del dialogo tra Carlo (sfaccendato e disoccupato cronico) e Alice, moglie premurosa e grande lavoratrice, nella celebre striscia “Andy Capp” creata da Reg Smythe. Lui è sbracato sul divano, lei rientra stanca e infreddolita e gli dice: “Buone notizie, al mio impiego provvisorio mi hanno assunta”. “Ti hanno aumentato lo stipendio?”. “No”. “Ma siamo ancora in miseria…”. “Sì, ma adesso è fissa”.