NON CI SONO DURI E PURI, LE PORCHERIE NON HANNO TESSERA

“Lo sa qual è l’ultimo libro che ha letto lei? Glielo dico io: il libretto di istruzioni del suo cellulare”. Lo gridava, sprezzante, Silvio Orlando, vacanziere di sinistra, al dirimpettaio-corrispondente di destra, Ennio Fantastichini.

Il film era “Ferie d’agosto”, l’anno il 1995 e il pretesto per confezionare una commedia il regista Paolo Virzì non aveva certo fatto gran fatica a trovarlo: l’eterna contrapposizione tra tipi italiani, di destra e di sinistra, volgari e arraffoni da una parte, ipocriti e snob dall’altra. La battuta del libretto di istruzioni era però a suo modo esemplare, perché riassumeva la storica pretesa della “superiorità morale” vantata dalla sinistra in una questione non tanto di denaro quanto di cultura. La gente che legge sa meglio cosa è giusto e cosa è sbagliato, razionalizza l’etica, fa della questione morale uno stretto codice di comportamento. In politica le “mazzette” si rifiutano non solo e non tanto perché il fatto costituisce reato, ma perché è volgare, roba da illetterati, buzzurri, cafoni. Roba di destra, appunto.

Neppure si poteva obbiettare che, in fondo, tutta la faccenda di Tangentopoli nasceva dall’arresto di Mario Chiesa, un socialista. Ricorderete: mentre Bettino Craxi, allora segretario del Psi, cercava di prendere le distanze da costui definendolo un “mariuolo”, e dunque isolandolo nell’eccezione, la sinistra ne approfittava per isolare il Psi da se stessa. Chi ruba non è di sinistra: quelli lì – che per inciso fanno i pentagoverni con Dc, Psdi e Pri – non possono dunque essere dei nostri. Punto.

Nonostante le periodiche smentite giudiziarie, in fondo alla “superiorità morale” della sinistra si è continuato a credere, magari senza sbandierarla troppo. A tenerla in vita, va detto, hanno contributo certe inchieste finite in nulla, oppure con sonore assoluzioni. E’ accaduto per indagini che hanno visto coinvolti esponenti di destra come di sinistra, ma i casi di Antonio Bassolino, Vasco Errani e Mario Oliverio, passati dalle accuse infamanti al proscioglimento, non sono proprio rimasti inosservati.

E oggi? Anche oggi, davanti alle dune di denaro disseminate al Parlamento europeo dai signori del Qatar, a quanto pare tramite il nostro dinamico Panzeri, potremmo benissimo rifugiarci nell’attesa, nella “giustizia che deve fare il suo corso”, in un garantismo che, comunque, alla fine sarebbe difficile da contestare. Oppure, fatto salvo il concetto che non sta a noi condannare qualcuno prima del tempo, sia esso l’europarlamentare socialista corteggiato dagli arabi o il candidato sindaco di destra “appoggiato” dalla ‘ndrangheta, potremmo approfittarne per buttare a mare una volta per tutte la “superiorità” della sinistra e riconoscere che la “questione morale” è aperta a tutto campo, ed è una questione che non ha senso sfruttare nel gioco politico se non attribuendole un senso più profondo, e cioè usandola per sondare le dubbie motivazioni che spingono tanti a scendere in politica, motivazioni nelle quali i punti di vista di destra e di sinistra hanno importanza secondaria rispetto all’obiettivo primario, quello di raccogliere potere e di arricchirsi. In qualunque modo, fosse anche criminoso. E questo non per annacquare i fatti in una generalizzazione che, al momento, conviene alla sinistra, quanto per arrivare finalmente al punto dolente: siamo nel deserto della cultura politica, dove non si coltiva alcun terreno etico e dove non crescono idee disinteressate. E dove i telefonini non hanno nemmeno più il libretto delle istruzioni.

A voler scavare davvero a fondo finiremmo forse per scoprire che gli italiani, ancor prima dei politici italiani, sono finalmente uniti, che hanno superato una buona volta le storiche divisioni. Purtroppo, lo hanno fatto per le ragioni sbagliate: quelle della convenienza e dell’avidità.

Un pensiero su “NON CI SONO DURI E PURI, LE PORCHERIE NON HANNO TESSERA

  1. Cristina Dongiovanni dice:

    La convenienza, il valore più alto. Avidità è già più complesso, non esagererei. La convenienza è una Dea immortale a cui si innalzano altari di tutti i materiali e di tutti gli immateriali. Una poltiglia informe di calce derivata da tutto ciò che abbiamo e sappiamo viene manipolato in nome dello “stare tranquilli” dai più e dello “stare bene” dai furbi. La politica non deriva più da polis, deriva da poli…valenza….vale tutto per convenienza.

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