NO AMADEUS, I NUMERI VALGONO ANCHE STAVOLTA

Dai direttoroni di regime fino ad Amadeus, tutto un impegno sanguinoso per giustificare il crollo di ascolti della prima serata a Sanremo. Dal 52 al 46 per cento di share. Ma loro sono felici. Perchè non c’era il pubblico in sala (?), perchè giocava la Juve con lo Spezia (??), perchè in quest’ultimo anno le teleabitudini della gente sono cambiate radicalmente, virando sulle serie a pagamento (???). Dire invece che con i lockdown dovrebbe ingigantirsi il bacino no, questo proprio no. E’ sfuggito all’analisi.

In ogni caso, c’è una gioia incontenibile nel constatare che ci sono più giovani davanti al video (pazienza se nessuno ricorda che alle 22 scatta il coprifuoco e i ragazzi devono chiudersi in casa). Niente induce gli organizzatori a un minimo di analisi serena e spassionata: solo difesa e tanto catenaccio. Felici a prescindere. Gli stessi Tg aziendali vanno via in automatico, riproponendo con diligente copia-incolla i titoli dell’anno scorso: “Grande successo per la prima serata di Sanremo”. E via andare.

Su tutto questo sparare palloni in tribuna, domina comunque una frase di Amadeus: “Non cercavamo i numeri, non è dai numeri che si misura la riuscita di Sanremo”.

In teoria, ma proprio in teoria, potrebbe essere una frase molto saggia. Però bisogna mettersi d’accordo: se vale, deve valere sempre. Per un anno proprio Amadeus ha volato come un grande surfista sui numeri dell’ultima edizione. Lui e chi ce l’ha messo. Tanto da meritarsi la conferma per l’Amadeus-bis. Ci hanno fatto una testa così, con i roboanti numeri del 2020. Adesso, improvvisamente, dovremmo ignorarli e guardare ad altro. I numeri non contano.

Su, Amadeus: già ci sono gli allenatori che pretendono di essere giudicati dai risultati solo quando vincono. Quando perdono, bisogna guardare il loro lavoro e il loro impegno, perchè è puerile e miserabile guardare i risultati.

Però bastano loro. A Sanremo, piaccia o no, i numeri sono tutto. Anche stavolta. Sempre. Mancano quattro serate, si può ribaltare ancora tutto. Ma la prima è una disfatta. Così dicono i numeri. Quelli che hanno creato il mito e i contratti di Amadeus. Anche se lui non se n’è accorto.

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