CARA MARGHERITA, VOI TEENAGERS CE LA FARETE

di ELEONORA BALLISTA – Cara Margherita, stai tranquilla.

Prima di continuare vorrei dire a tutti chi sei. Sei una studentessa di 16 anni, che di cognome fa Vatielli e frequenta la terza Liceo classico al “Tasso” di Roma. Hai scritto una lunga e preoccupata lettera al “Corriere della Sera”, raccontando in un mirabile italiano, il classico trasuda, le ansie di teenager.

Ebbene, ribadisco: Margherita stai tranquilla.

Lo so, è troppo facile dall’alto di un mezzo secolo di vita, il mio, sentenziare in relax “vedrai che andrà tutto bene”. E’ troppo facile per me che, quando avevo la tua età, non dovevo lottare con la mascherina e col distanziamento sociale.

E, sempre al tempo dei miei sedici anni, non c’era nemmeno la guerra, come potrebbe dire qualche anziano signore guardandomi e guardandoti di traverso e classificandoci, tutte e due, tu insieme a tutti i tuoi coetanei e io insieme ai miei, come due generazioni di “comodi” di “abituati bene”, di gente che “non sa cosa sia la fame, il freddo, la paura”.

Tutto vero, cara Margherita, noi non sappiamo niente di queste brutture del secolo scorso.

Io, in più, ho trascorso i miei sedici anni in spensierata felicità, cosa che a te non è stata nemmeno concessa.

E tu sei, ti capisco, giustamente preoccupata, perché vedi la tua adolescenza che sta inesorabilmente passando per non tornare più, e temi di aver perso il treno.

Ma per la terza volta ti dico: stai tranquilla, perché nulla è perduto.

Il vaccino arriverà, la situazione si normalizzerà, e tu avrai ancora tanto tempo per fare nuove esperienze, nuovi incontri, per innamorarti, soprattutto per innamorarti.

Perché io lo so che, sotto sotto, è questo che spaventa di più la tua generazione, la paura di non poter più incontrare il grande amore. Di arrivare tardi all’appuntamento, fuori tempo massimo. Mia figlia ha la tua età e, anche se non lo dice, pensa esattamente la stessa cosa.

Ma l’amore è un mistero che riesce a sorprendere quando meno te lo aspetti.

Non è una pandemia che può fermarlo, e nemmeno la distanza fisica.

Certo, è chiaro, è necessario che ci siano momenti di scambio per incontrare la persona giusta.

Ma sai quanti legami sono nati attraverso le sole parole? E non c’è un limite di età.

Può capitare a 16 come a 60 anni.

Sì, si tratta ovviamente di conoscenze differenti, di equilibri che inevitabilmente risentiranno della vita precedente di entrambi. Ma se la vita trascorsa è poca, come nel tuo caso, se ne costruirà tanta insieme andando avanti. E se la vita alle spalle è tanta, ci sarà il gusto di confrontarsi, di condividere i ricordi e, in questo modo, di riemozionarsi per qualcosa che magari riemerge da un cassetto remoto della memoria.

Difficile, qui e adesso, vagliare ogni singola possibilità, servirebbero infinite pagine che non abbiamo.

Ma di una cosa devi essere certa, cara Margherita: ognuno di noi è un libro differente che si scrive cammin facendo e ogni situazione della vita va accolta e guardata dal suo lato migliore.

Lavoro, famiglia, amici, amori, ognuno di noi ha il suo piccolo bagaglio che diventa più grande, più articolato, nel corso della propria esistenza. Una vita che, comunque sarà, vale la pena di essere vissuta.

Mi permetto un suggerimento letterario, uno tra i tantissimi possibili, per te ma non solo: “Stoner” di John Williams, la storia apparentemente normale di un professore di inglese, dalla sua adolescenza fino alla morte. La straordinarietà di questo romanzo, che trovo perfetto per chiunque in quest’epoca pandemica, sta nella capacità del protagonista di affrontare, senza soccombere, una vita ordinaria, infarcita, come tutte le vite, di ogni possibile scossone. Lui, William Stoner, il protagonista, cade sempre in piedi.

Resisti Margherita, continua a farti domande che ti fanno essere, come scrivi, “cespuglio rigoglioso in attesa di diventare possente albero”. E fra trent’anni, quando manderai di nuovo una lettera al “Corriere”, vedrai che mi darai ragione.

Perché io sono certa che ce la farai, che tutti voi ce la farete. Hai – avete – la stoffa per farcela.

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