NEMMENO IL LUTTO PER VIALLI FERMA GLI SPOT CON MANCINI

A proposito di rispetto e cordoglio, non è una sorpresa scoprire che il mondo del profitto e del commercio non sia sensibile all’argomento. Per non divagare, parlo di Mancini, del suo lutto, delle pubblicità di cui è protagonista.

Una vera seccatura trovarsi tra i piedi una tragedia, una morte, uno strapiombo dell’animo, in fondo comprensibilmente, da quel punto di vista: le tragedie, le morti, le sciagure che costringono a interrogarsi, a chiedersi se è il caso di fermarsi o meno. Quel senso di smarrimento, quel tempo e quello spazio mentale nel quale tutti ci siamo trovati in realtà, quel tempo sospeso nel quale ognuno di noi si chiede cosa sia giusto fare e soprattutto cosa sia giusto non fare quando si trova di fronte a un dramma, vicino ma non così vicino.

Quel tempo e quello spazio nei quali generalmente noi tutti scegliamo il lato umano, scegliamo il rispetto anche se in fondo siamo distanti dagli animi straziati.

Non ho legami particolari con Vialli e non ho legami particolari con Mancini, semmai un’avversione nei confronti delle beatificazioni post mortem, ma un lutto, una perdita, una famiglia e un’amicizia spezzata non meritano leggerezza e indifferenza.

Il mondo della pubblicità invece la pensa diversamente, non conosce sospensioni, minuti di raccoglimento, il mondo della pubblicità e del profitto non conosce intermittenze, tanto si muore tutti prima o poi, che sarà mai, questo deve essere il motto, l’adagio che aleggia nell’ambiente.

Uno degli spot pubblicitari di cui Mancini è protagonista riguarda il marchio “Facile ristrutturare”, “Azienda Leader per le ristrutturazioni ‘Chiavi in mano’ in Italia, Facile Ristrutturare nasce nel 2014 dall’esigenza di proporre sul mercato soluzioni di qualità a prezzi accessibili e vanta oggi oltre 10.000 professionisti affiliati e 70 sedi disposte sapientemente in maniera capillare su tutta la nazione”, così si legge sul loro sito internet. Azienda che vanta la collaborazione con il Centro di Coverciano, e ognuno tragga le collusioni che crede.

Lo spot non conosce lutto e non prevede intoppi, quindi deve andare in onda regolarmente, come da accordi e come da contratto, e così è accaduto anche sabato 7 gennaio, proprio il giorno in cui l’amico Mancini ha reso pubbliche le sue parole, i suoi pensieri. Tutto normale, tutto secondo le leggi del mercato, in fondo mica è morto il testimonial. In quel caso un’eccezione l’avrebbero fatta, forse.

E in fondo, sempre in fondo, avranno ragione loro, ci si sorprende in continuazione per ciò che accade da sempre e che nessuno può evitare: si muore, uno dopo l’altro moriamo tutti. Perché perdere tempo con occhi lucidi, groppi in gola e horror vacui.

Sarà anche “facile ristrutturare” muri e casamenti, un po’ meno ristrutturare l’uomo, decisamente più malfermo e traballante.

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