NELL’ELDORADO DELL’EVASIONE FISCALE

Benvenuti al nord. A Brescia ad esempio, perché no. Capitale della cultura, capitale del fatturato, capitale del vino, capitale dell’export, capitale del turismo e capitale dell’evasione fiscale. Capita, può capitare.

Anche alle capitali può capitare, certo, l’occasione fa l’uomo ladro e qualcos’altro, ma non è una novità per Brescia, quindi è difficile non fare di ogni occasione un fascio.

I giornali locali e ancora di più gli inserti locali delle grandi testate nazionali sono costantemente accesi in modalità celebrativa, sembra di stare sempre alla vigilia di Natale, con le luminarie accese e la fibrillazione dei regali a mille. Le luci della ribalta, la parola d’ordine è spendere, perché a Brescia si guadagna e quindi si spende e si sappia. Poi arrivano pure da tutta Italia e dall’estero, in città, sui laghi, intorno alle vigne, che comunque agli occhi del profano producono e esportano più di quel che sembrerebbe alla portata dei terreni coltivati a vite, vai a capire il mistero, ma che importa.

Chef rinomati, locali stellati, gourmet di qua e firme di là, la bella Italia che funziona e fa il giro del mondo.

Poi, all’improvviso, una volta all’anno, arriva anche il titolo del giornale locale e il titoletto dell’inserto nazionale, presto dimenticato ma comunque inevitabile: “Fatture false primato bresciano”. Poi, meno all’improvviso, a ritroso, vai a curiosare e trovi gli indizi, sparsi qua e là: “Evasione fiscale, nell’ultimo anno a Brescia fatture false per 1,4 miliardi di euro”, “Frode fiscale per 37 milioni, sette arresti e perquisizioni nel bresciano”, “Maxi frode fiscale da 1,8 miliardi: coinvolti anche imprenditori bresciani”, “Fatture false, il bottino sotto terra sale a 8 milioni”.

Solo un assaggio, si potrebbe continuare. Del resto da queste parti, a est del Pirellone, dicono che questo è il prezzo da pagare se vuoi far funzionare l’economia, se vuoi far girare la pila e possibilmente metterne un po’ da parte. All’ignorante che ascolta e registra sembra più il prezzo da non pagare in realtà, ma qui non sentono ragioni. Apparire qui è un dovere, sei sulla cresta dell’onda se guadagni e se mostri di guadagnare.

Come guadagni è secondario e forse bisognerebbe ricordare che Brescia vanta anche il primato nazionale del consumo di suolo, perché un capannone o un centro commerciale non si nega a nessuno. Finché c’è aria c’è speranza e quando non ci sarà più ci berremo sopra un bel Franciacorta. Magari non proprio a chilometro zero, ma le bollicine non conoscono confini e quando sono fresche e pizzicano la gola chi se ne importa.

Più che luci della ribalta, le luci del ribaltone. Più che capitale, capitombolo. Poi ci sono anche tutti gli altri, gli onesti, quelli che pagano le tasse regolarmente, che non evadono, che maledicono i delinquenti.

La maggioranza, indubbiamente, speriamo, ma due primati fanno quasi una prova. Prosit.

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