NAOMI MAMMA A 51 ANNI: AUGURI, NON SARA’ UN BALLO IN MASCHERA

di ELEONORA BALLISTA – Naomi Campbell è diventata mamma di una bambina a 51 anni compiuti.

Lo ha dichiarato lei stessa via social.

E questo è tutto ciò che sappiamo del lieto evento, perché nient’altro è trapelato: non il nome del padre e nemmeno se la super top sia la mamma biologica, oppure se abbia adottato la creatura.

Le cronache di queste ore riferiscono di una foto, diffusa su Twitter e su Instagram, della mano della Venere nera sulla quale sono appoggiati i piedini di un neonato, e pare si veda, al polso di Naomi, un braccialetto di quelli tipici del reparto maternità.

Insomma, tutto farebbe pensare che abbia proprio partorito lei. E del resto, a proposito di figli, già nel 2019, avrebbe dichiarato al “Wall Street Journal”: <Per come è la scienza oggi, posso farlo quando voglio>.

Però, che potenza.

Anzi, diciamo meglio, che delirio di onnipotenza. Ma no, nemmeno questa affermazione è corretta, perché è vero che oggi, nel Ventunesimo secolo, la scienza permette di diventare madri anche passati i cinquanta e senza un compagno.

Il delirio, e anche un po’ l’egoismo, di cui sopra, io lo vedo nella poca lungimiranza che una tale scelta intimamente reca.

Perché, per quanto bella, ricca e famosa, nemmeno Naomi può rallentare il tempo, e quando sua figlia, della quale non si conosce nemmeno il nome, avrà vent’anni lei ne avrà settanta. Non si scappa.

Io ho la stessa età di Naomi e, ragionando sul confronto (e prevenendo la battuta sarcastica), certo, solo quella.

Ma come lei sono mamma. Mia figlia però di anni ne ha venti e pur cercando io, in tutti i modi, di stare al passo con la sua velocità su ogni fronte, dai social all’uso delle tecnologie, fino alla gestione del cellulare, certe volte arranco.

Mi chiedo quindi come farà lei, settantenne, a stare dietro a un’adolescente dei nuovi anni ’40, senza contare tutta la gestione neonatale, anche se su questo versante non mancheranno le babysitter, senza dubbio, e alla poppata notturna ci penserà qualcun altro.

Ma forse ha ragione Naomi: prima la carriera (la sua una super carriera), poi i figli.

E mi torna in mente un aneddoto personale. Avevo appena scoperto di aspettare la mia primogenita quando ricevetti una telefonata: in una mano avevo il risultato del test di gravidanza, nell’altra la cornetta del telefono, dentro la quale una voce mi offriva un nuovo lavoro di tutto rispetto e ben pagato. Scelsi mia figlia.

E guardandola oggi, vivace e allegra giovane donna piena di vita, con la quale riesco persino a condividere qualche rilassata giornata di shopping, direi che ho fatto bene.

E chissà che oltre tutto non mi resti ancora lo spazio per qualche avventura professionale.

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