KIYAN GIOCA ANCORA, GIOCA SEMPRE

di LUCA SERAFINI – Kiyan Prince è vivo. Aveva 15 anni il 18 maggio del 2006 quando, nel tentativo di sedare una rissa a scuola, fu freddato da una coltellata dritta al cuore. Era una bella promessa del Queens Park Rangers, storico club londinese che sul ragazzo aveva puntato in ottica prima squadra, una volta conclusa la trafila delle giovanili.

Quel giorno Kiyan non è morto: è nato una seconda volta. E vive. Prima il dottor Mark Prince ha intitolato al figlio la “Kiyan Prince Foundation” con lo scopo di diffondere tra i giovani l’educazione riguardo ai crimini all’arma bianca e le loro conseguenze. Poi il QPR ha cambiato il nome dello stadio “Loftus road” in “Kiyan Prince Foundation Stadum”. Adesso EA Sports ha creato, insieme con il club londinese e un gruppo di scienziati dell’Università di Bradford (Suffolk) il giocatore virtuale inserito in Fifa 21.

Per animare Kiyan con la maglia numero 30, l’età che avrebbe oggi, sono stati presi filmati dell’epoca cui ispirarsi per dettare le movenze ed è stato elaborato il volto portandone i tratti somatici, appunto, al 2021. Prince è ora un ottimo giocatore del QPR alla playstation, ma non solo: dalla prossima stagione il Queens Park Rangers gli assegnerà la maglia numero 30 e lo convocherà per tutte le partite. Come se fosse vivo, come se esistesse.

In effetti, della storia di questo sfortunato ragazzo è rimasto qualcosa di molto più concreto della memoria. L’impegno di chi ha voluto bene a Kiyan durante la sua adolescenza ha portato non solo a propagare un monito diretto ed efficace a quelli che sono oggi i coetanei di allora, ma a proseguirne le gesta in campo, con la divisa della sua squadra e un pallone come se nulla fosse mai cambiato.

“Voglio che mio figlio sia ricordato non per la tragedia della sua morte, ma per i suoi successi”, ha detto Mark Prince. “Attraverso la fondazione e questa campagna di QPR ed EA Sport, la mia speranza è che il mondo possa finalmente vedere quali erano le doti di mio figlio, onorare il suo talento, ma soprattutto cerchiamo di ispirare i giovani affinché coltivino le proprie doti, quali esse siano, restando lontani dalla violenza e dalla criminalità”.

Non è così vacuo aggrapparsi a un lutto per non renderlo vano. E’ possibile trovare una forza rinnovata e più grande anche quando il dolore squassa il petto e il cuore, non abbandonando più l’anima di chi sopravvive. Giocare grazie a un joystick per Kiyan non è risorgere, ma è semplicemente tornare. E quei petti e quelle anime potranno avere finalmente un minimo di pace, grazie al sorriso dopo un gol di Prince niente affatto virtuale.
 

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