MOURINHO&C.: SAREBBE ORA CHE IL SILENZIO-STAMPA LO FACESSERO I GIORNALISTI

Sarebbe ora di abbandonare le conferenze stampa di football. Togliere il disturbo quando certe figure e figuri, ultimo Mourinho Josè, disprezzano e deridono il lavoro altrui, quello dei cronisti presenti, usando un linguaggio adatto al loro mondo.

Dunque il portoghese ha rispedito al giornalista una semplice domanda sul gioco romanista e sul modulo utilizzato contro il Milan: “Io ho imparato una cosa. La formula del successo è di non sentire le persone che hanno meno capacità di te stesso, questo è importante. Sentire chi sa più di te o lo staff va bene. Ma chi non è mai stato seduto su una panchina vera o chi non ha mai preparato gare di questo livello, non mi piace”.

Ehpperò! Che bella persona. Per la proprietà transitiva soltanto gli assassini potrebbero dialogare e spiegare il codice penale essendo esperti in materia, idem ladri ed evasori fiscali, stupratori e scippatori, per il resto siamo tutti pensionati che osservano i lavori in corso e rompono gli attributi.

E’ abitudine di Mourinho e dei suoi sodali, tutti nessuno escluso, sporcare il lavoro di chi non ha il loro censo, anche quello bancario. Spalletti, nuovo idolo delle masse, così si esprimeva ai tempi della sua gestione romanista, come un volgare marchese del Grillo, Sarri usa risciacquare la lingua nelle varie fogne, Juric usa frasario da marciapiede notturno, aggiungete altri cognomi illustri tanto il totale è uguale, idem come sopra per gli ex calciatori divenuti opinionisti e creatori di nuovi blob e tivvù, ma pure di giornalisti, non soltanto la bassa forza, ma direttori cotonati, che se la giocano alla pari con parole da doppia zeta e doppia p.

Riassunto: si potrebbe benissimo togliere le tende e lasciare deserta la sala stampa però imponendo una nuova regola: si può andare avanti soltanto a parità di sintassi, noi e loro. E vediamo se Mourinho e la sua orchestra oseranno fiatare ancora.

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