MATTARELLA E LA FRANCESE, UNA LEZIONE DI SOVRANITA’ AI SOVRANISTI

Spiace che se ne vada Draghi, spiace anche senza essere ultrà draghiani, spiace anche se certo non è neppure lui santo ed eroe, come tutti. Spiace che se ne vada Draghi, ma almeno ci resta Mattarella. Non è male avere un presidente così. Un presidente della Repubblica cui la Costituzione non ha affidato grandissimi poteri, certo non quelli che vorrebbero introdurre i presidenzialisti di quest’ultima ora repubblicana, ma che comunque dimostra di sapere e potere esserci nei momenti più seri e più importanti della vita sociale. Anche solo come arbitro, come simbolo, come saggio.

L’ultima che ha combinato, che ci ha valorosamente combinato, è rimettere al proprio posto l’ennesimo francese saccente e invadente, per la verità una francese donna, a dimostrazione che sparare boiate non è prerogativa maschile e che l’intelligenza non ha un sesso ben preciso. E’ bastato che la ministra degli Affari europei Laurence Boone facesse la bulletta dicendo alla “Repubblica” una cosa odiosa come “vigileremo sull’Italia in tema di libertà e diritti”, perchè il nostro presidente mite e mansueto, il primo degli italiani, usasse i suoi toni miti e mansueti, ma terribilmente fermi e risentiti, per replicare con poche parole giuste: “Gli italiani sanno badare a se stessi”. Tanti di noi, piuttosto stanchi del complesso di superiorità francese, avrebbero magari aggiunto dell’altro, io ad esempio una cosa del tipo “per la verità la Francia si è dimostrata sensibilissima soprattutto alla libertà di latitanti terroristi e assassini”, ma chiaramente un presidente della Repubblica non può andare giù così piatto, buttandola sul personale.

In ogni caso, Mattarella c’è. Quando serve, quando bisogna, Mattarella c’è: chiaro, deciso, a schiena dritta. In un certo senso, è il garante perfetto della nostra sovranità. Di quella sovranità assoluta che nessuno può permettersi di sfiorare, la sovranità dei nostri valori, del nostro modo di essere, della nostra dignità. Per molti sovranisti a tempo pieno di questa nostra epoca italiana, scamiciati e smodati, sguaiati e rissosi, quelli dell’orgoglio vuoto e dell’identità cialtrona, quelli dell’Italexit e del fuori dall’euro, è una lezione veloce e gratuita. Sovranità e sovranismo, il tema è caldo, dalle nostre parti. Un professore l’abbiamo, gli altri sono imbonitori e mestatori. Questi almeno stavolta potrebbero imparare qualcosa dal professore, ma non bisogna contarci tanto: certi sovranisti nascono imparati e nemmeno si pongono un dubbio, mai. La loro forza è la certezza di avere ragione, di essere nel giusto, sempre. E Mattarella? Quello non vedono l’ora di sloggiarlo, per mettere finalmente un presidente vero. Come loro.

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