ERA UN EX SINDACO, NON SARA’ MAI UN EX UOMO

Lo schianto e poi niente. A vedere l’immagine del furgone sotto a un Tir sulla A4, tra Veneto e Friuli, non si riesce e non si vuole immaginare altro, il niente, i corpi frantumati di Massimo, Maria, Francesca, Rossella, Valentina e Alfredo e le loro vite terminate così, come se un interruttore all’improvviso le avesse spente. Con fragore, ma in modo talmente repentino da evocare il silenzio.

Lo stesso silenzio che forse è l’unico possibile omaggio per i protagonisti di una simile tragedia.

Però qualche pensiero, sottovoce, comunque sopraggiunge. Non un necrologio, a quello penseranno a buon diritto i cari e i conoscenti, che nell’intimo avranno conosciuto le persone coinvolte, ma un omaggio sì, innanzitutto a Massimo Pironi, l’autista del furgone.

Massimo Pironi aveva sessantratrè anni, alle spalle una storia politica di grande impegno, culminata con la carica di sindaco della città di Riccione. Poi, al termine del mandato, che molti vivono come il trampolino per altre e più nobili cariche, per altre e più distinte poltrone, lui decide che l’avanzamento della sua carriera, quella di uomo, passerà per l’associazione Centro 21 e la Cooperativa Cuore 21, dove le cifre stanno per Trisomia 21, l’etichetta diagnostica appiccicata addosso ai suoi amici Down.

A bordo di quel furgone c’erano proprio i suoi amici Down, oltre a Romina, l’educatrice unica sopravvissuta. A bordo di quel pulmino si è celebrata una fatale ingiustizia, magari innescata involontariamente proprio da Massimo, per distrazione, stanchezza, altro che non possiamo sapere, ma il pensiero periferico che ora attraversa la mia mente riguarda proprio l’anonimo impegno di un uomo che anziché pensare al prestigio dell’apparenza, decide che la scalata sociale della sua vita debba transitare dalle parti dell’aiuto e dell’impegno a favore degli altri, in silenzio, nell’ombra.

È un’Italia più comune di quanto si creda e mi spiace solo sia una tale tragedia a evocarne l’esistenza. Pensare e dimostrare che si può passare dalla poltrona di sindaco al sedile del furgone che trasporta i propri amici Down, senza per questo sentirsi degradato, nemmeno lontanamente pensando che questo sia sinonimo di fallimento, semmai il contrario, è una lezione per tutti.

Massimo Pironi stesso la definiva la sua seconda vita e quel che ci insegna, suo malgrado perché sono certo che non avrebbe amato i riflettori, è che l’uomo è vero uomo per quel che fa e non per le cariche o le poltrone che occupa, e in verità, ribadisco, nel nostro Paese ci sono tanti, tantissimi Pironi, operosi e silenziosi.

Per i più vanitosi, per i pavoni nemmeno sarebbe concepibile una tale virata e anche se ora giustamente fioccheranno i cordogli, chi riesce a immaginare possibile una scelta simile per primedonne come i Sala o i Gori, tanto per rimanere al nord, o per i tanti politicanti che da decenni saltellano da una poltrona all’altra, con l’unico intento di rimanere comodi e in vista.

A voler andare oltre le lamiere contorte, a volte si scovano storie e soprattutto lezioni inaspettate, e così a me pare sia in questo caso.

Sarebbe bello e doveroso, talvolta, andare a pescarle e diffonderle ovunque, ma abbiamo sempre bisogno di un boato, di uno scoppio, di un effetto speciale per muoverci e rovistare nell’ombra. Di mostri. Anche questo ci serva di lezione.

Un pensiero su “ERA UN EX SINDACO, NON SARA’ MAI UN EX UOMO

  1. Cristina Dongiovanni dice:

    Lo dico sempre più spesso, i media dovrebbero fare notizia e racconto anche con le tante buone umanità di cui è pieno il mondo. Ma non riusciamo se non con lo stile patetico e strappalacrime che alza certa audience. Non si porta l’esempio, si portano le lacrime, ed anche in questo caso lo scoramento deve farla da padrone. Non sono l’esempio concreto ed valore che contano ma lo spargere facile afflizione. Ciao Massimo e ciao ragazzi, è andata via anche l’ultima occupante di quel furgone, neppure lei è riuscita a stare. Per fortuna c’è differenza nel morire con del buono addosso. Una differenza che sta nel come hai speso il tuo unico tempo.

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