MAGARI IL PROBLEMA DI BERRETTINI FOSSE LA MELISSA

Dicono che il problema di Berrettini Matteo sia la Melissa. Trattandosi di una bellissima donna e non dell’erba medicinale mi sorge il dubbio che il pettegolezzo sia allestito, sui social e riviste vanitose, per spiegare la crisi del tennista romano.

Scrivi donna e leggi danno è una di quelle frasi che già davano fastidio prima che apparisse Eva, figuratevi oggi. Poi nello sport, e perché no nella politica e nelle chiese, quando avanza improvvisa e imprevista la figura femminile ecco che in contemporanea si muove la serpe e il paradiso terrestre si trasforma in inferno.

Balle colossali. Per la proprietà transitiva il grandissimo George Best ebbe un album di frequentazioni femminili da far impallidire un qualunque ginecologo, eppure il ragazzo nordirlandese seguitò la sua vita da campione di football.

Dunque Melissa Satta, queste le generalità della compagna del bel giovane Matteo, non può avere colpe se non quella di attirare il desiderio di moltissimi, basta consultare l’elenco dei personaggi con i quali le è piaciuto giacere per capire di trovarsi di fronte non a una sciupamaschi ma a una donna forte, infatti cintura marrone di karate, di personalità, e dunque adatta a gestire un tennista di valore come Berrettini. Il quale ha fatto in fretta a diventare bravo dopo essere stato bello, ma è caduto nella trappola che bastasse questo e quello per essere vincente. Nessuno può vivere di rendita, nello sport conta l’ultima giocata, nel tennis l’ultimo game, la storiella del fuoco erotico che lo avrebbe sfiancato è roba da “Bolero film” (nel dopoguerra fu un settimanale, a grandissima tiratura, di fotoromanzi, racconti e varietà).

Berrettini è figlio di un tempo, direi anche di una Roma, che pensa di avere tutto a prescindere, gloria, successo, vittorie, onori ma poi c’è il campo, poi c’è l’allenamento, poi c’è la sofferenza vera, non le ultime lacrime infantili. Mentre Berrettini piangeva, quasi in contemporanea, al torneo di Birmingham, Venus Williams, di anni quarantatré, eliminava, dopo tre ore e diciassette minuti di partita, la nostra Camila Giorgi, di anni trentuno. La Venere Nera di Palm Beach ha avuto numerose storie d’amore con compagni di vario censo, sport, moda, imprenditoria, relazioni che hanno coinciso con i suoi mille trionfi. Tutto il resto è fuffa.

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