MADRI, PER QUANTO DORMIREMO ANCORA DI SABATO?

di ELEONORA BALLISTA – Da quando è iniziata la pandemia c’è un tipo di notizia che è praticamente scomparso dalle pagine dei giornali: le stragi del sabato sera.

Certo, c’è il coprifuoco alle 22 e i locali sono chiusi, è ovvio che calino gli incidenti stradali.

Ma questa situazione eccezionale finirà e i giovani ricominceranno a uscire. Solo che non lo faranno con cautela, con quella prudenza che da più parti viene invocata. I ragazzi, al momento, assomigliano alla pallina di un flipper pronta a scattare: è come se fossero caricati a molla.

“Mamma non cominciare: appena si potrà uscire non mi vedrete più”. E cosa vuoi replicare a una figlia che ti apostrofa così dopo che per mesi l’appuntamento del sabato sera col giro di amici e amiche è stato soltanto on-line? Quella di uscire non è più una richiesta, è una semplice comunicazione. Questa naturalmente è l’osservazione che posso fare in prima persona fra le mura di casa mia, ma immagino che tali scene domestiche non siano molto diverse anche nelle altre famiglie.

E del resto, come dar loro torto? La mia adolescente ormai ha 19 anni e ha preso la patente sei mesi fa. E le abbiamo anche comprato la macchina perché la mia e quella di mio marito erano di cilindrata troppo potente per una neopatentata. E, senza un mezzo da poter guidare, non avrebbe potuto impratichirsi.

Già, la pratica: a 19 anni sembra un passaggio inutile. Secondo la percezione adolescenziale, se hai preso la patente vuol dire che sai guidare e quindi puoi uscire, anche di sera. In teoria è vero, ma fra il dire e il fare…

Ecco, diciamo che quest’anno pandemico, con tutti i suoi divieti di circolazione, per me, almeno un pregio l’ha avuto: ho dormito sonni più tranquilli. Ma la pacchia, si fa per dire, fra non molto finirà e la vera sfida, adesso, è far passare un concetto difficile: la vita che ci attende dopo una catastrofe mondiale come il Covid-19 sarà forzatamente diversa da quella che facevamo prima, prima del febbraio 2019. E anche quando sarà arrivato il vaccino, e tutti o quasi lo avremo fatto, servirà ancora del tempo per ritrovare un nuovo equilibrio, un nuovo modo di concepire le relazioni, la scuola, la socialità in generale.

Non sarà facile e non saprei nemmeno dire quanto tempo occorrerà per ricalibrare tutta la nostra esistenza. Nel frattempo non ci resta che vigilare da subito, ancora di più, sui nostri ragazzi, che così umanamente e giustamente impetuosi potrebbero farsi del male per ritrovato eccesso di libertà.

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