GUIDA PRATICA AL CONFLITTO INTELLIGENTE

di ALBERTO VITO (sociologo e psicologo) – Troppo spesso la parola conflitto è circondata da un alone negativo: il conflitto diventa erroneamente sinonimo di distruzione e di aggressività feroce. Eppure, i conflitti sono non solo inevitabili, ma necessari.

Sarebbe molto più utile dunque, piuttosto che demonizzarlo, imparare ad utilizzare il conflitto come opportunità .

I conflitti sono inevitabili perché siamo diversi. E’ vero sia per gli individui sia per i gruppi. Essendo diversi, per patrimonio genetico, gusti, desideri, valori, cultura, patrimonio, ecc., ogni qualvolta due entità iniziano a convivere e sono messe in relazione, inevitabilmente ad un certo punto emergeranno divergenze capaci di generare conflitto. Più le relazioni sono significative, più è certo il rischio di conflitto (non a caso il maggior numero di omicidi è intra-familiare). Ma, dopo Freud, sappiamo che persino un individuo da solo vive conflitti perenni tra le sue diverse istanze interne. Io stesso, in questo preciso momento, sono in conflitto tra la voglia di continuare a scrivere e il desiderio di accendere la tv.

D’altro canto, per ricordare l’importanza dei conflitti, basti pensare come la politica nella sua accezione nobile sia la necessaria gestione delle legittime differenti esigenze tra le parti, e come siano utili in un’ottica evolutiva alcuni tipi di conflitti, come ad esempio quelli generazionali.

Dunque, come rendere utili i nostri conflitti? Lo sport come metafora ci può essere d’aiuto per comprendere quanto in una competizione l’avversario non sia un nemico, ma qualcuno che condivide la nostra stessa passione. Nel rugby ciò è stato istituzionalizzato con il noto “terzo tempo”. La prima parola chiave è: rispetto. Rispetto per chi è diverso da noi, per colui/lei il cui modo d’essere ci è straniero.

Poi, umiltà, che predispone all’ascolto. Nessuno di noi è depositario di una verità assoluta. E non bisogna commettere il grave errore di provare a modificare l’altro, soprattutto chi ci è più vicino. Alcune coppie trascorrono la vita in un costante e defatigante tentativo di spiegare all’altro/a perché quello che fa sia sbagliato. Ovviamente, tutto ciò avviene in nome dell’amore…

Occorre, invece, credere con convinzione nelle proprie idee, ma essere laicamente disposti a lasciarle andare laddove incontriamo nuove opinioni più convincenti. In tal modo, il confronto con l’altro si trasforma in un’occasione di arricchimento. Non a caso, i buoni insegnanti sono quelli che non trasmettono verità indiscutibili, ma la passione e il gusto della conoscenza.

Infatti, la scienza procede proprio così. Per tentativi ed errori, in un costante ma mai definitivo aggiustamento verso la verità, con certezze transitorie in attesa di possibili smentite.

Infine, dovremmo ricevere una vera educazione al fallimento sin da bambini. Accettarlo come eventualità con cui alcune volte nella vita inevitabilmente ci confronteremo, per imparare a gestire in modo corretto le inevitabili frustrazioni connesse. Come diceva la canzone: bisogna saper perdere. Non sempre si può vincere…

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