Da tempo ha preso a molestare il palazzo H del Coni: Giovanni Malagò, dopo averla esaltata per le imprese mondiali e olimpiche, se l’è ritrovata come una zanzara, tigre per l’appunto, a rovinare le terrazze romane e mettere il naso in qualunque azione dello sport, che non ha un ministero però molti se ne occupano e lo occupano.
La Vezzali ha una chiara virtù: quella di avere preso il posto di Spadafora, il ministro che a fine mandato dichiarò di avere scoperto il favoloso mondo dello sport, ma che bravo, ma che cultura, ma che roba tipica dei cinquestellati. Scomparso, nel senso buono, lo Spadafora e, prima di lui, un altro rappresentante del nulla, cioè Lotti, direi che la Vezzali si agita abbastanza e le sue ultime toccate riguardano la carriera politica, con tutto quello che ne potrebbe derivare.
Essere sottosegretaria di Stato le ha dato luce, però interna rispetto alle pedane di scherma. E’ un bel momento per i marchigiani, lei con il Mancini Roberto rappresentano l’astuzia pontificia, il plurale del nome Marche ne ribadisce la molteplicità e la capacità di adattarsi al mare come alla collina. Vado sul romantico e poetico assieme perché Valentina, come l’altro suo nome di battesimo Maria, in fondo sa essere questo e lo ha capito, usando la lama e la guardia.