MA ALLORA SI PUO’ DARE DELLA VACCA IMBECILLE ANCHE A UNA GIUDICE?

Non tutti i giudici sono come quello di Berlino, vedi alla voce Brecht. In Italia, Roma capitale, siamo messi malissimo, basta controllare le ultime di cronaca per capire come la giustizia sia un’idea come un’altra, specie quando di mezzo ci sono figure di una certa parte, fate un po’ voi.

Giulia Arcieri è giudice di quelle toste, si è occupata tra l’altro di Mafia capitale, conosce l’articolo ma è stata chiamata a sentenziare su un fatterello tipico, ormai, dei costumi contemporanei. Un tipo che di cognome fa Boccia e di nome Damiano, ma si fa chiamare, sin dai tempi dell’oratorio, Er Faina, ha dato della mucca e dell’imbecille a Barbara D’Urso, la quale ha presentato denuncia sperando che i codici le venissero incontro.

Ma la togata romana, abituata alla raffinata rassegna de “Er Canaro”, “Er Puzzone”, “Er Pagnotta” e via andando, ha definito gli epiteti rivolti dall’influencer alla D’Urso “libera manifestazione del pensiero” che non mette in discussione l’onore della Barbara. Puntualmente si evocano ironia e sarcasmo, che in teoria sarebbero tutto un altro articolo.

Er Faina conta un milione di seguaci sui vari social e si vanta di essere un coatto di periferia. Non c’era bisogno di esibire il passaporto, a volte basta un identikit, uno schizzo con la matita per rendersi conto dei soggetti in vivo.

La D’Urso non acchiappa entusiasmi nemmeno più in Mediaset, resta la signora del trash, ma questo non autorizza l’irrisione codarda e la villania pubblica. In assoluto, indipendentemente dalla D’Urso. Altrimenti diciamo chiaro e tondo che ormai in rete vale tutto, anche dare della vacca imbecille a una giudice. O no?

Ma la colpa non è del Boccia, anzi lui sa fare benissimo il mestiere (?!) e trova followers ad ogni angolo e rione, semmai è l’interpretazione dell’Arcieri che fa scopa con l’altra vicenda che riguarda il popolare Saviano Roberto il quale, durante una puntata di Piazza Pulita su La 7 (ma va?), ha dato della bastarda a Giorgia Meloni, poi spiegando, in tribunale, di avere pronunciato quell’aggettivo in un momento emotivo ma razionale, un ossimoro copiato male dall’illustre scrittore. Il processo ha avuto come testimoni di parte Formigli Corrado e la compagna della Schlein, il conduttore televisivo ha sostenuto che, dopo quell’intervista, nessuno ha chiesto rettifiche o mandato diffide, né tantomeno è stata chiesta la rimozione del video. A ottobre si avrà il verdetto che ha soluzione prevedibile, trattasi sempre di libera manifestazione del pensiero, imbecille, mucca, bastarda sono termini risciacquati nel Tevere e, rispetto a Berlino, i giudici di Roma, Arcieri e la sua orchestra, sembrano fottersi dei codici e giocano con le proprie idee e ideologie, sempre salvi e salvati dai cavilli che superano la decenza e la buona educazione.

Ma questi sono pensieri di un vecchio bacchettone. Sento nostalgia per la storica frase di Totò: “Lei è un cretino, si informi”.

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