Lacrime d’Italia. Nel giorno del lutto nazionale (per Napolitano), si piange per il boss. Il suo borgo si chiude nel silenzio. Preghiere e veglia funebre, candele e rosari di famiglia, è sconvolta la gente di Castelvetrano, città dei Templi di Selinunte, ruderi di un’epoca antichissima e sito d’u pupu, sarebbe l’Efebo bronzeo. Dice apertamente un cittadino col microfono sotto al naso: “Siamo in lutto”.
In verità il cordoglio è tutto dedicato a Matteo Messina Denaro, la cui scomparsa, seguita all’apparizione dopo una trentennale latitanza, ha creato sconcerto e commozione. Roba loro ma anche cosa nostra se poi addirittura il “Times” ha riservato al defunto una pagina interra nella sezione Register, due fotografie e un lunghissimo articolo che porta come sommario “il boss siciliano mafioso conosciuto come l’ultimo Padrino, capace di numerosi attacchi terroristici, uno dei quali alla galleria degli Uffizi di Firenze”.
I lettori del regno di Carlo III sono stati dunque informati in modo grandioso della fine di un italiano illustre per atti non relativi all’arte o alla letteratura. Ci facciamo riconoscere in vari settori, quello criminale gode di ampia letteratura hollywoodiana, anche se i favolosi anni sono stati ora occupati da cinesi e russi, degni eredi.
Non so se Francesco papa abbia riservato un secondo di prece a un’anima comunque defunta, ormai non si esclude la qualunque dal Vaticano in giù e il lutto di Castelvetrano fa parte di un teatro che prevede processioni e funerali con sosta doverosa dinanzi alle antiche dimore dei mammasantissimi, dirette Tv e collegamenti dei Tg per seguire metro per metro la partenza dall’Aquila, tipo funerali di Stato o giù di lì. Non è il caso di stupirsi. Il parce sepulto, il virgiliano “abbi rispetto per il defunto”, non ha valore illimitato, ci sono casi nei quali sarebbe prudente e opportuno nascondersi dietro una colonna e non fiatare oppure, proprio in estremo per parenti e affini, soffrire in silenzio.
La mafia ha i suoi riti, Castelvetrano non ha l’esclusiva nazionale di tali commedie, altrove sono stati celebrati omicidi, pedofili e terroristi, mentre altri quelli sopravvissuti se la sono svignata all’estero, protetti da stati complici e da una stampa serva del partito. Sulla morte di MMD si sono già appalesati gli inquilini di casa Saviano, la mafia resiste ed è pronta a ribadire il proprio potere. Si annunciano nuovi padrini e si scaldano nuovi scrittori. Le pagine del “Times” attendono notizie.