LO SCHEMA UNICO DEL CONTADINO REAL

Gran musica al Bernabeu. La voce improbabile di Carlo Ancelotti ha incantato il popolo madridista, fiesta Y ovaciones per don Carlos, la quattordicesima coppa è già stata collocata nella sala dei trofei, adesso è il tempo della celebrazione con il popolo.

Ancelotti, con una elle sola nonostante qualche gaffe sui siti di quotidiani illustri, tipo Open, continua a vincere, a cantare e a ballare, l’età è quella che è, i capelli hanno il colore della maturità (ehm), il peso alla bilancia è il segnale del benessere, ma tutto il resto è identico agli anni di Reggiolo, di nonno Erminio, del trattore Fiat, delle corse in bicicletta nelle campagne nebbiose.

Nemmeno stavolta l’ho visto urlare e correre lungo la linea bianca di bordo campo, come usano molti sodali suoi, i più noti e ricchi. Ha masticato un tot di cingomme, ha inarcato il sopracciglio, ha abbracciato Davide, il figlio suo, ma non si è scomposto mai, gilet blu abbottonato, cravatta in ordine, giacca e pantaloni di un classico grigio da sera.

La normalità assoluta, l’equilibrio di chi non ha dimenticato le origini e non se la spassa nel lusso comunque accumulato: “Ho dormito due ore, non so dove sono e devo preparare la serata”, ha spiegato al risveglio, con ampio alibi, accettato senza un attimo di dubbio.

La sua carriera prosegue già verso Istanbul, sede della prossima finale, città che gli tolse la gioia nella finale milanista contro la squadra di cui sopra.

Il suo sodale Klopp ha già prenotato l’albergo sul Bosforo, sicuro di arrivare fino in fondo anche al prossimo torneo, Carlo non lo dice ma non aspetta altro, anche in tenda o roulotte.

Florentino Perez, alla domanda su che cosa significhi la quattordicesima coppa, ha risposto: “E’ quella che viene dopo la tredicesima”. Questo è il Real Madrid, la storia si fa con la cronaca e c’è uno di Reggiolo che lo ha capito da sempre: Ancelotti, con una elle sola.

Un pensiero su “LO SCHEMA UNICO DEL CONTADINO REAL

  1. Marco dice:

    Molti cercano di lasciare il segno sforzandosi di essere speciali, talvolta snaturandosi, altre volte passando per ridicoli. Carlo no. Carlo è manifesto di semplicità, esempio di serietà e l’empatia che riesce a creare con atleti e tifosi, piuttosto che i risultati raggiunti, ne sono la normale conseguenza

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