L’ITALIA IN GINOCCHIO PER LO ZAINETTO DELLA SCHLEIN

Non soltanto il mistero dell’agenda rossa nella borsa di Paolo Borsellino, ora il mondo si domanda dove sia finito lo zainetto di Elly Schlein.

La candidata alla segreteria del piddi si è accorta del trafugamento mentre era in viaggio da Verona verso Milano, pare che il furto sia avvenuto verso Brescia, l’appello della Schlein è di quelli profondi: “Se a chi l’ha rubato dovesse arrivare questo messaggio, lo prego di restituirlo in qualche modo, di lasciarlo da qualche parte, che sia trovabile. Non tanto per il computer – mica m’illudo – ma per i taccuini dove ho raccolto testimonianze e voci incrociate in questo lungo viaggio, i miei occhiali, la borraccia, le lettere che alcuni di voi mi hanno consegnato con le loro speranze e proposte, da Sud a Nord. Quelle mi dispiace tantissimo perderle”.

Ora, al di là del contenuto, nel senso anche della grammatica, debbo presumere che nemmeno Lucien Jacques, artista e barelliere (!) francese autore di un singolare “Carnet de moleskine” o l’illustre Charles Bruce Chatwin, viaggiatore inglese che riempì cento e mille taccuini, i Moleskin, secondo adattamento di lingua britannica, si trovarono in ambascia per avere smarrito i block notes di cui sopra.

Dentro quello zainetto c’era tutto il piccolo mondo antico di questa donna postmoderna che è miss Schlein, anche la borraccia che nessun altro candidato alla politica si porta appresso, avendo il privilegio di badanti o segretari/e pronti a servire acqua, caffè, the o altre bevande direttamente dalla fonte.

In verità il bagaglio smarrito ha un suo significato, perché conserva il meraviglioso mondo di Elly, un po’ sardina e un po’ salmone. Negli appunti di quei taccuini ha riportato i sentimenti e le sensazioni che non possono essere smarrite in un volgare scippo, l’appello al ladro (e perché no alla ladra?) ha mobilitato le masse, da Alessandro Gassman a Sandro Veronesi, dalla Murgia, basta il cognome, alla Concita, non è necessario il cognome, aggiungerei Laura Boldrini, così per non dimenticar.

Mi auguro che il fagotto venga infine rinvenuto e così restituito alla titolare, che potrà così andare tranquilla alle primarie con un nuovo appello: compagno Bonaccini, stai sereno.

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