L’INTELLIGENZA REALE DI METTERE IL SAIO ALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Dopo la battaglia, un uomo di pace: dimissionato lo sgradito Giuliano Amato dalla presidenza della Commissione Intelligenza Artificiale per l’informazione, si è insediato in sua vece padre Paolo Benanti, consigliere di Papa Francesco proprio sul tema dell’intelligenza artificiale nonché sull’etica applicata alla tecnologia.

Siamo avvezzi al sorriso, all’ironia, al sarcasmo anche sui temi più seri: ci scappa la battuta d’acchito, senza approfondire. E’ la nostra natura, ma è anche l’istruzione mediatica che riceviamo, altrimenti non si spiegherebbe come da giorni le aperture di quotidiani e Tg si occupino dell’abolizione dell’abuso d’ufficio dei sindaci (io non ci dormivo la notte), del “Pandoro-gate” (Dio mio!) della Ferragni, di un manipolo di esaltati che ogni anno si radunano salutando alla maniera nazifascista, ma stavolta diventati un caso politico cruento capace di accantonare i dibattiti su PNNR, decreti leggi, pensioni, economia, fondi europei… e tutto il resto.

Capite bene come con le guerre che infuriano, i crimini che si moltiplicano e il disagio che dilaga, non siano più sufficienti le sole partite di pallone per distrarci.

Così la notizia che un sacerdote si occuperà di Artificial Intelligence per conto del Governo ha suscitato i soliti risolini di chi scrive e di chi legge. Specie dopo una frase estrapolata dalle dichiarazioni del prelato: “Nei robot risulteranno decisivi la misericordia e l’uguaglianza, ma prima di tutto sarà decisivo il dubbio. Se riusciremo a inserire in ChatGPT la capacità di dubitare delle risposte, avremo realizzato qualcosa che rispetterà molto di più la natura di donne e uomini”.

Personalmente non ci trovo comicità né retorica: per un francescano è normale vivere di dubbi, il fondamento della fede per definizione, ed è bene riportare all’attenzione il fatto che l’AI, i robot, ChatGPT sono frutto del lavoro degli uomini: sono loro con le loro menti a creare e manipolare, sono loro a dirigere, sono loro che possono coniugare i concetti di misericordia e uguaglianza oppure avidità e discriminazione, anche su una scatola di metallo che si accende e si spegne, anche in rete. La più grande preoccupazione di padre Benanti, infatti, è che “la manipolazione possa arrivare a trasmettere messaggi pericolosi e fuorvianti”. E’ abbastanza semplice. Ed è altrettanto normale che sia un francescano a studiare e a occuparsi di queste cose: la religione cristiana si basa sulla più straordinaria intelligenza artificiale – fino a prova contraria – della storia. Caso mai, il risvolto davvero eclatante di questa faccenda è che almeno per una volta le nomine governative cadono su un uomo davvero colto, intelligente, competente, fuori dai manuali Cencelli e dal sottobosco clientelare, in altre parole sembra che – magari per sbaglio – abbia davvero prevalso il merito, anche se porta il saio. Che a Roma si siano distratti?

Non fossero sufficienti le mie argomentazioni, pregherei di dare un’occhiata al curriculum di padre Benanti: è nato nel 1973, è teologo, francescano del Terzo Ordine Regolare. Ha conseguito la licenza nel 2008 alla Pontificia Università Gregoriana, nel 2012 il dottorato in teologia morale. La sua tesi ha vinto il Premio Belarmino-Vedovato. Ha studiato per 2 anni all’Istituto di Etica dell’Università di Georgetown. Dal 2008 è docente presso la Pontificia Università Gregoriana, l’ Istituto Teologico di Assisi e presso il Pontificio Collegio Leoniano ad Anagni. Si occupa di etica, bioetica ed etica delle tecnologie, in particolare di internet e dell’impatto del Digital Age, le biotecnologie per il miglioramento umano e la biosicurezza, le neuroscienze e le neurotecnologie, di morale sessuale e bioetica. Ha fatto parte della Task Force Intelligenza Artificiale per coadiuvare l’Agenzia per l’Italia digitale. E’ stato selezionato per entrare in un gruppo di 30 esperti selezionati dal ministero dello Sviluppo Economico per elaborare una strategia sull’intelligenza artificiale. Lo scorso ottobre è stato nominato – unico italiano – tra i 39 membri del “New Artificial Intelligence Advisory Board” delle Nazioni Unite.

Serve altro?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *