L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE SA ESSERE UMANISTA (FORSE)

ChatGPT e Intelligenza Artificiale. Dicono qualcosa questi due termini? Certamente sì.

Nelle ultime settimane non c’è media (stampa, audio, video, social) che non abbia affrontato l’argomento frastornando il lettore medio con i commenti più differenti: da chi definiva il nuovo sistema “futuro rivoluzionario” a chi lo declassava a semplice up-grade digitale che mai sarebbe in grado di sostituire l’emozione dell’uomo.

E in questo fiume di parole c’è anche una buona notizia.

Ma andiamo con ordine.

Che cos’è, in sostanza, l’Intelligenza Artificiale? Una risposta sintetica, da non addetti ai lavori, che permette però a tutti di orientarsi, è la seguente: si tratta di un sistema digitale in grado di imparare un metodo col quale risolvere problemi, partendo da dati forniti dall’uomo.

GPT (Generative Pretrained Transformer) è un sistema avanzato di Intelligenza Artificiale che, nel suo lavoro di elaborazione, tiene conto anche delle influenze dell’ambiente esterno.

ChatGPT è la più recente delle Intelligenze Artificiali avanzate e funziona a domande e risposte, con un principio simile a quello di Alexa, ma molto più sofisticato.

A ChatGPT si può chiedere qualsiasi cosa: dalla risoluzione di problemi matematici complessi, alla invenzione di favole per bambini. Lo stesso sistema può, cioè, dare risposta a questioni numeriche o produrre contenuti a base di sentimenti.

Esempio tangibile di questo avveniristico orizzonte digitale si è visto durante l’inaugurazione del nuovissimo AI Lab (laboratorio di Intelligenza Artificiale) dell’università IULM di Milano, un ateneo che forma professionisti nel campo delle lingue e della comunicazione.

La presentazione del nuovo laboratorio ha preso in prestito Dante e la sua “Commedia”, proponendo alcuni Canti accompagnati da musica e immagini elaborate proprio da una Intelligenza Artificiale.

Risultato: uno spettacolo magnifico, mezz’ora di recitazione umana e immagini digitali in continuo movimento, con la sensazione ultima di camminare col sommo Poeta fra Inferno, Purgatorio e Paradiso.

Ed è qui la buona notizia: i futuri esperti di Intelligenza Artificiale avanzata non dovranno avere soltanto competenze di tipo matematico, ci sarà spazio anche per professionisti in campo umanistico, dai filosofi ai sociologi, dagli psicologi ai comunicatori.

Dunque non di soli STEM (esperti in Science, Technology, Engineering e Mathematics) è fatto il futuro professionale dei nostri laureati, ci sarà spazio anche per chi ama greco e latino. Forse.

Per ora più che una certezza questa è una speranza, ma è sempre meglio di niente.

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