L’IDEA DI BERTOLASO, LA SANITA’ CON TESSERA A PUNTI: BINGO!

La notizia è questa, ve la riporto così come è stata pubblicata sul Corriere.it: “Una tessera sanitaria a punti per premiare gli stili di vita corretti e ridurre i costi della sanità. La proposta arriva dall’assessore al Welfare della Lombardia, Guido Bertolaso, che al Forum sanità organizzato a Milano dalla consulta nazionale di Forza Italia ha lanciato la sua ricetta, senza specificare la natura dei comportamenti virtuosi né, in questa fase, fornire indicazioni sull’operatività del progetto”.

La prima cosa che ho fatto è andare a rileggermi bene il significato di Welfare, perché qualche dubbio è nato subito: “Sistema sociale che vuole garantire a tutti i cittadini la fruizione dei servizi sociali ritenuti indispensabili. Il Ministero del Welfare è quello del lavoro e degli affari sociali”.

Cosa ci azzecchino il Welfare con la proposta di premi a una vita sana, vattelapesca. Il dibattito però è assai più intrigante rispondendo alla domanda di Carlo Verdone, “In che senso?”, si intendono i comportamenti virtuosi. Conoscete quella paradosso tragicomico, creato incastrando fatti veri, secondo cui l’inventore della dieta dissociata è morto a 65 anni, l’inventore del jogging a 52 e quello della Nutella, il grande Ferrero, a 89… Già la definizione di vita sana qui va a farsi benedire. Là dentro quelle stanze di Montecitorio e Palazzo Madama è difficile farli andare d’accordo sulle cose concrete, tangibili, quotidiane. Politiche, insomma. Figuriamoci sui concetti empirici: quando mai si arriverà a un’intesa su un tema che contempli le “vite virtuose”…?

Cosa dovremmo fare? E come potremmo dimostrare le nostre virtù? Prendete me, un cittadino qualsiasi. Vivo da solo: dovrò compilare un questionario per Bertolaso scrivendo che faccio ginnastica, non fumo, non bevo alcolici, vado a letto presto la sera, cioè una montagna di menzogne che nessuno può confermare (se non qualcuno mentendo)? Tra una pasticca e l’altra per regolare la pressione e tenere sott’occhio la prostata, l’unico segno di buona salute di cui godo è l’essere donatore di sangue, da diversi anni: l’Avis poi ti manda gratuitamente tutti gli esami a casa e i miei valori grazie a Dio sono ancora a posto. Ma sarà mai sufficiente per avere un premio? E poi mica dono sangue per avere premi, anzi onestamente alcuni esami specifici me li faccio privatamente e li pago.

Ci sarà di mezzo anche il sesso? Mah, quello è un campo in cui ormai vengo premiato a Pasqua e Natale, se va bene. Sicuro (come è sicuro che ormai fa pari con le eclissi), controllato, stessa partner, giusto qualche innocente fantasia che mi guarderò bene dallo spiattellare a Bertolaso, nel caso. Droghe, come certificano le donazioni, abbandonate da lustri. Donnine, non ci sono soldi da buttare. Quindi sto raggiungendo lo status di cittadino modello? (Tacendo i vizi, si intende).

O Bertolaso intende che gli anziani un po’ ipocondriaci o in generale gli ipocondriaci di tutte le età, si diano una regolata e non vadano più a farsi visitare tre volte la settimana, trascorrano ore e ore in farmacia creando code, sbuffi e imprecazioni da quelli come me, non rompano più gli zebedei al medico di base ad ogni starnuto e colpo di tosse? O peggio, vadano a occupare lettini e barelle negli ospedali e nei Pronto Soccorso ogni tre per due?

Spero vivamente che la virtuosità cui sta pensando Bertolaso riguardi il corpo e non la morale, perché allora vincerei facile sostenendo il Comitato Maria Letizia Verga, essendo stato volontario in un campo di profughi, dando un piccolo contributo mensile all’UNHCR e un paio di altre fondazioni, andando a trovare i miei amici sfortunati al centro disabili di Inzago. Lo faccio per un premio? Sì, il personalissimo egoistico premio di pulirmi l’anima e la coscienza come quando vado in chiesa a contemplare Santa Rita. Sono affari miei, non dello Stato.

Ma poi, scusate, se bisogna tagliare, si parte proprio dalla Sanità? Non si potrebbe iniziare con l’abbassare i costi e premiare i comportamenti virtuosi a Montecitorio e palazzo Madama? Lì si che ci sarebbe davvero da divertirsi nel preparare, compilare e poi rendere pubblici i questionari. Bisognerebbe andarci giù pesante nei tagli, poi, però: col macete.

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