LE SIGNORE HANNO FATTO RIDERE AL MONDIALE, MA PRETENDONO LE SCUSE

Comunicato numero 1

“Noi ragazze ci abbiamo sempre messo la faccia senza mai tirarci indietro. Mai. Prendendoci le nostre responsabilità, sempre. Questa volta, però, ci teniamo ad esprimere anche il nostro punto di vista. Il rammarico è ancora molto forte perché la voglia di riscatto in questo nostro Mondiale era tanta. Sapevamo di arrivare da un Europeo deludente e abbiamo imparato dai nostri errori.”

Comunicato numero 2

“Ieri sera sono state fatte tante dichiarazioni, ma l’unica che condividiamo e sentiamo nostra riguarda “l’intesa che si è creata tra di noi”. Non abbiamo mai avuto paura, ma solo sentito poca fiducia. Tutto questo non è bastato perché in campo, evidentemente, è mancato qualcos’altro. In Nazionale c’è un blocco di 16 ragazze di Roma e Juventus, che hanno fatto qualcosa di importante in Champions League. Pensiamo sia dunque lecito domandarsi come mai una squadra formata da quel blocco di giocatrici, e impreziosita da calciatrici di altri club importanti e da giovani di talento, faccia così tanta fatica prima a un Europeo e poi a un Mondiale.”

Comunicato numero 3

“Siamo convinte che avremmo potuto ottenere risultati diversi se solo fossimo state messe nelle condizioni di poterlo fare. Noi lavoreremo ancora più duro per migliorarci a livello internazionale, ma dato che dagli errori si può sempre imparare ci auguriamo un futuro più presente, all’altezza della crescita del nostro calcio, per riuscire ad esprimerci al 100% e rappresentare il paese al meglio delle nostre possibilità.”

Eccole le Brigate Azzurre, calcio femminile, nazionale di calcio eliminate al Mondiale dalle temibilissime sudafricane. Eccole nel loro orgoglio e nella voglia di dire tutta la verità, la loro, dopo le cinque sberle prese dalle colleghe svedesi e la figura “macedone” (vedi alla voce Mancini Roberto e la sua orchestra) contro le Banyana Banyana.

Ah se le avessero aiutate meglio ‘ste ragazze invece mandate allo sbaraglio, abbandonate dai federali, gruppo romano di teste grigie. Garantiscono un futuro più presente, formula che acchiappa gli stolti e l’onda corta di quelli affascinati dal calcio femminile nostrano, che sta a quello internazionale come la nazionale di rugby ai rivali del 6 Nazioni. Mi limito al paragone anche se un perfido giornalista inglese ha corretto l’immagine sottolineando il fisico della nostra quindicina della palla ovale.

Non hanno il coraggio, le scrittrici di cui sopra, di ammettere errori propri, responsabilità evidenti su gol e varie, inseguendo modi e posture dei ragazzi che giocano un altro sport, qui lo dico e qui non lo nego, perché non sono contro il football femminile, ma gli riservo la giusta e rispettosa considerazione, mentre registro titoli e racconti che altre discipline, non calcistiche, faticano a ricevere anche in una breve a fondo pagina.

Riassunto: le abbiamo buscate, si attendono dimissioni della cittì, escludo che i vertici, ma anche le basi, della Federcalcio osino tanto, devono giustificare il pennacchio nelle varie tribune d’onore. Il caso Mancini-Gravina è il manifesto dell’ignavia. A cascata altre figure di palta hanno segnato una stagione meravigliosa. Prevedo repliche.

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