LE SCONVOLGENTI VERITA’ DI QUEL FILM SULLA PASSIONE

Di quel film ricordo il silenzio surreale nell’intervallo. La sala era stracolma, i giovani tantissimi. Quando si accesero le luci, facevamo fatica a respirare. A guardarci. Con crudo realismo Mel Gibson, ispiratissimo e sofferto, ci sbatteva in faccia “La passione di Cristo” (2004), declinava brutalmente quella parola, flagellazione, di cui se non vedevamo non potevamo credere. In nessun altro film è dato di comprendere il primo, vero grande miracolo di quel tormento: come abbia potuto sopravvivere un uomo magro e debole come Gesù a tre giorni di tali spietate torture, spirando solo dopo molte ore in croce.

Dall’uscita del film si attese con la consueta perfida curiosità il parere della Chiesa, così la sorpresa fu grande quando si lesse sull’”Osservatore Romano” un’approvazione incondizionata: “Sì, la passione di Cristo fu questa, andò proprio così”. L’amico Stefano Volpe ha raccolto alcuni virgolettati e aneddoti di quella pellicola: “La passione di Cristo” è il film con il maggior incasso di tutti i tempi negli Stati Uniti, con 370,8 milioni di dollari. In tutto il mondo ha incassato 611 milioni di dollari.

Mel Gibson avvertì Jim che il personaggio sarebbe stato molto difficile e che se avesse accettato, avrebbe potuto essere emarginato a Hollywood. Caviezel chiese un giorno per pensarci e la sua risposta fu: “Penso che dobbiamo farlo, anche se è difficile, le mie iniziali sono J.C. e ho 33 anni. Non me ne ero reso conto fino ad ora”. Mel rispose con un sincero: “Mi stai spaventando”.

Durante le riprese – quasi tutte in Italia -, Jim Caviezel interpretando Gesù ha perso 45 chili, è stato colpito da un fulmine, accidentalmente frustato DUE volte, si è procurato una cicatrice di 14 pollici, si è lussato la spalla, ha sofferto di polmonite e ipotermia, avendo girato buona parte delle scene con pochissimi vestiti indosso ed essendo rimasto appeso praticamente nudo all’aperto per diverse ore.

“Non voglio che le persone vedano me, voglio solo che vedano Gesù”, ripeteva a Mel Gibson. Sul set accaddero cose molto strane, sebbene qualcuno abbia voluto ricondurle a una sorta di pubblicità neanche troppo occulta o indiretta.

Pedro Sarubbi, che interpretava Barabba, disse di “sentire” che non era Caviezel a guardarlo, ma Gesù Cristo stesso, quando interpretava quella parte: “I suoi occhi non avevano odio o risentimento verso di me, solo misericordia e amore”. Luca Lionello, l’artista che interpretava Giuda, era un ateo dichiarato prima dell’inizio delle riprese. Quando finì di girare il film si convertì, confessò e battezzò i suoi figli. Anche uno dei dirigenti tecnici, musulmano, si è convertito al cristianesimo.

I produttori hanno affermato di aver visto alcune persone vestite di bianco dare consigli durante le riprese, figure che non sono apparse più alla fine delle registrazioni.

Sta di fatto che il finale per Jim Caviezel fu molto amaro: “La Passione di Cristo ha distrutto la mia carriera di attore, ma non mi pento di averlo interpretato. Questa è stata un’opportunità unica per rafforzare la mia fede in Dio”.

Un pensiero su “LE SCONVOLGENTI VERITA’ DI QUEL FILM SULLA PASSIONE

  1. luigi dice:

    Caro Luca hai descritto benissimo le reazioni, i fatti, i comportamenti e i risultati ottenuti da questo terribile film.
    Lo definisco terribile perché la violenza di Mel Gibson per una volta ha avuto un senso.
    Tutti i personaggi, escludendo Jim Caviezel superlativo, sono stati interpretati magistralmente, compreso Satana di Rosalinda Celentano.
    Alla fine, a luci accese, la gente si guardava attonita, senza parole, incapace di dare spiegazioni logiche o ragionate come si fa dopo qualsiasi film.
    I ravvedimenti o le conversioni verificatesi, hanno spezzato le certezze sostenute fino a quel momento, hanno svelato i dubbi e messo in moto la revisione della propria vita a molte persone.
    Le religioni sono state create dagli uomini con tutti i loro contenuti, riti e credenze. Io sono un credente ma per le cose fatte dagli uomini non ho certezze.
    Nell’esistenza di un Essere Supremo, ed è qui che caschiamo, è necessario avere FEDE.
    La fede non è una folgorazione, è un ragionamento, la fede discussa e ragionata è la più potente ed è strettamente personale. La Fede necessita di essere coltivata e curata come una pianta, più ci dedichiamo più diventa forte, altrimenti muore.
    Ecco possiamo aggiungere agli accadimenti suscitati dal film prima il tuo bellissimo articolo e per ultima la mia lettera, che non avrei mai scritto se non avessi letto le tue parole.

    Un abbraccio. Ciao.
    L. M.

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