LE PAROLE GIUSTE DELLA MELONI

Che ci voleva? Finalmente la premier Meloni pronuncia poche parole chiare e semplici, ma ferme e indiscutibili. Commentando il ruolo e l’importanza del Museo della Shoah, in breve riassume il concetto che l’Italia migliore si aspettava dal suo presidente del consiglio, senza se e senza ma, soprattutto senza titubanze e giri di parole:

“Il Museo è un’istituzione che si occuperà di tramandare la memoria della Shoah, e che siamo certi darà un contributo determinante affinché LA MALVAGITA’ DEL DISEGNO CRIMINALE NAZIFASCISTA E LA VERGOGNA DELLE LEGGI RAZZIALI DEL 1938 NON CADANO NELL’OBLIO”.

Non serve altro.

E non è necessario sentirsi meloniano per riconoscerle almeno una volta, almeno stavolta, almeno nel giorno della memoria, la linearità e la fermezza del pensiero. Sarà lo stesso un pessimo premier, ma non è questo il momento di rinfacciarglielo: in questo caso le va solo detto grazie per aver preso posizione, la posizione migliore, anche a costo di scontentare tanti ambigui nostalgici della sua parte politica. Brava Meloni, grazie Meloni, fosse anche per un giorno solo.

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