Provate a domandare: ma i vecchi titolari?
Risposta: “Ah, i due fratelli? Eh, sono morti da anni”.
Nuova domanda: “Ma figli, nipoti?”, nuova risposta: “Sì, ci sono ma è altra stoffa”.
Riassunto, questa è la Juventus di oggi, reduce da se stessa, lontanissima parente del club e della squadra che furono, risultato di eredità ed eredi che, a parte il sontuoso patrimonio, nulla hanno in comune con i due fratelli titolari defunti.
Non è un paradosso, è il depliant della casa, pieno di belle fotografie ma tutte del passato in bianconero, quelle contemporanee sono malinconiche, grigiastre, macchiate.
Il futuro? Nuovi proprietari, come è accaduto e accade in altri grandi alberghi passati di mano, a Milano, Roma, Manchester, Londra, Parigi, resiste la dimora storica di Madrid, il resto è in mano alla finanza, a volte agli uomini della finanza, detti fiamme gialle.
C’è poco da aggiungere, oltre alla canea attorno ad Allegri, Giuntoli, Di Maria, Rabiot e tutto il resto del personale dell’albergo torinese, ex cinque stelle. Oggi Grand Hotel Juventus, dalla stelle alle.