PAGARLA CARA PER AVER BATTUTO IL CANCRO

In questi giorni si sta affrontando il tema del diritto all’oblio per i pazienti oncologici, in quanto da tempo sono state presentate quattro proposte di legge sull’argomento e recentemente anche il Governo si è impegnato ad approvare in almeno una Camera una legge entro fine anno. Ma di cosa si tratta?

Nel nostro paese sono centinaia di migliaia le persone che hanno sconfitto un tumore. Si intende che non stanno praticando cure mediche e che, in termini percentuali, hanno lo stesso rischio dei loro coetanei mai ammalati di cancro che la malattia si ripresenti. Tuttavia, queste persone sono penalizzate in quanto, se richiedono un mutuo, una polizza assicurativa o un finanziamento, dovendo dichiarare le patologie oncologiche sofferte in passato, ciò attualmente può essere motivo di diniego della richiesta.

In pratica, nonostante la nostra società si dichiari solidale e vicina ai diritti delle persone, a maggior ragione se più fragili, questi ex pazienti non solo non sono avvantaggiati ma ricevono una discriminazione. In Italia, la legge sulla privacy chiarisce bene che i dati personali devono essere trattati secondo i principi di “proporzionalità, minimizzazione e necessità” e che quindi a nessuno dovrebbe essere chiesto se ha sofferto o meno di patologie che oggi, secondo le conoscenze medico-scientifiche, non lo pongono a rischio. Tuttavia, come già avvenuto in Francia, Olanda e altri paesi europei pare utile stabilire per legge che gli ex pazienti oncologici non possano subire discriminazioni per tale motivo. Va garantito il diritto dell’ex malato a non essere obbligato a rivelare informazioni sul suo passato sanitario o, visto dall’altro versante, il divieto di indagare su questo aspetto della sfera privata per datori di lavoro o chicchessia.

La F.A.V.O. (Federazione di Associazioni di Volontariato in Oncologia), insieme ad altri gruppi di rappresentanza dei diritti dei cittadini, è particolarmente attiva nel sostenere tale richiesta già da anni . Si tratta di una battaglia di civiltà giuridica che va combattuta e che riguarda tutti. Per fare in modo che i nostri principi di solidarietà e di giustizia siano davvero effettivi, per affermare diritti sacrosanti contro le logiche del mercato e del profitto. E’ inaccettabile che aver superato una patologia grave possa essere considerato un demerito in questo nostro strabenedetto belpaese.

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