LE MIE SCUSE AD ALLEGRI

Infine ha ragione Allegri. Ci metto la firma, nel senso che per mesi, addirittura anni, l’ho castigato di critiche pesanti, poco o nulla gradivo (e, ancora, gradisco) di quel modo di gestire la partita in corso, prima suggerendo la “halma” e dopo, nei cinque minuti finali, dando di matto, da coreico, a bordo campo, svestendo soprabiti, giacche, cravatte, nove minuti e mezzo senza la Kim Basinger a stimolarlo.

Ma alla fine la Juventus è cresciuta, si è fatta intelligente, cioè sa leggere la partita e l’avversario, ha messo a posto la facciata, il suo bonus si è realizzato nel trio Gatti-Danilo-Bremer dinanzi ai quali è meglio girare alla larga, chili e astuzia, potenza e qualità, insomma come diceva il grandissimo Osvaldo Bagnoli, el tersìn faga el tersìn, el mediàn faga el mediàn e via andare.

Così la nuova Juventus sa fare lo stretto necessario, poche balle sull’estetica che non risulta sugli almanacchi ma soltanto nelle concioni di Adani e soci, perché il football è cosa semplice ma poi complicata per colpa di allenatori e giornalisti che devono spiegare il kamasutra dimenticando la prima posizione: saper giocare a calcio, piede e cervello.

In questo senso Massimiliano Allegri se la sta spassando mentre attorno gli “umarell del quattrotretre” sono in off side, basiti, spiazzati, avviliti. L’acciughina si fa caviale, la Juventus corre e va, a meno di procure e giudici sportivi genuflessi al nuovo potere vendicativo, forse la lotta per il titolo non è decisa e per fortuna a tenere alta l’attenzione è proprio il gruppo bianconero, altrimenti l’Inter avrebbe fatto recita solitaria. Siamo infine felici e come si dice a Milano “Su alegher!”. Anzi, Allegri.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *