L’ALTA POLITICA CHE SPARA

Tra San Silvestro e Maria Santissima Madre di Dio, un botto non si nega a nessuno. Nemmeno dalle parti di Biella, alla festa comandata che vede presente il sottosegretario alla Giustizia (a cosa sennò?) Andrea Delmastro, al quale per (b)iella o per arbitrio proprio non ne riesce una diritta.

Alla festa il botto non è un petardo, ma un colpo di pistola, di proprietà del collega di partito (Fratelli d’Italia) Emanuele Pozzolo, il quale precisa da subito con grande onestà non proprio intellettuale che la pistola effettivamente è sua. Da subito precisa anche che la pistola è regolarmente detenuta ma non ha sparato lui.

Siccome, en passant, è rimasto ferito a una gamba il genero di un agente di scorta di Delmastro, direi che siamo alla tragicommedia, quella certificata e recitata come si deve, come nei film di sessanta anni fa che tanto ci mancano. Qualcuno sostiene che la commedia all’italiana è morta nel momento in cui i comici hanno cominciato a prendere le parti degli attori nelle commedie, quando lo stacco tra vita reale e rappresentazione è di fatto diventato troppo marcato, troppo schierato a favore di battute, battutacce, risate strappate a forza e cattivo gusto.

Qui siamo in piena commedia invece, la vita reale, come al solito ben più imprevedibile di ogni copione, anche il più spericolato. C’è una festa, ci sono personaggi politici, qualcuno non proprio di secondo piano, almeno in quanto a cariche. C’è una pistola, c’è chi la usa quella pistola (e vai a sapere chi) e poi c’è anche il ferito, che solo per sorte benigna immagino vivo e vegeto.

La tragicommedia appunto, perché lo spettatore, solo apparentemente non pagante, si chiede: sia pure registrata e regolarmente detenuta, che ci fa una pistola a quella festa? Sia pure invitata speciale, la pistola intendo, come diavolo è possibile che qualcuno la usi? E come diavolo è possibile, nel caso, che a usarla non sia il legittimo proprietario?

Un gradino più sotto, lo spettatore continua a chiedersi: il genero dell’agente di scorta ha tutto il diritto di andare dove gli pare, ma che ci fa a quella festa? Invito parentale vista la presenza di VIP? Lo dico e lo scrivo con un pizzico di apprensione retrospettiva, perché può finire che accetti l’invito e poi rischi le penne.

Non che sia rilevante tutto questo, non ci fosse stato lui la pallottola avrebbe probabilmente perforato qualcun altro e vai a sapere dove, quel che è rilevante è l’imbarazzo che scaturisce dalla faccenda. L’imbarazzo nostro, di avere al timone una classe politica scalcinata e senza vergogna, che a Capodanno va in giro a sparare. Una classe politica che poche ore dopo il richiamo di Mattarella al rigore e ai buoni principi, se ne fotte e spara. Come ad Afragola.

In genere si limita a spararle grosse, questa volta pure pesanti, come il piombo.

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