LE DIVAGAZIONI DELLO STRIZZACERVELLI TAGLIO UMANO

Le differenze si notano anche senza avere la minima conoscenza della psicologia, o – come premette il direttore di @ltroPensiero.net Cristiano Gatti nella prefazione – nutrendo per la materia prudenziale scetticismo. Leggendo “Divagazioni” (ed. La Valle del Tempo, pg.176) si coglie al volo che l’autore, Alberto Vito, è anche scrittore, votato alla comprensione delle sue teorie e alla degustazione dei suoi pensieri. Il messaggio arriva semplice e diretto, godibile per stile e ironia, con tutta la sagacia napoletana di cui naturalmente dispone.

Ecco un’altra sostanziale differenza: fare lo psicologo è già un esercizio, prima ancora che una professione, di dialogo, confronto, aforismi estratti dalle maniche come assi di briscola per rendere chiari i concetti. Fare lo psicologo a Napoli arricchisce lo scambio grazie alle osservazioni, qualche volta alle repliche, dei pazienti.

Le divagazioni di Alberto volano tra esperienze dirette e pensieri in assoluta libertà, aneddoti e consigli, ricordi e riflessioni, attraverso una realtà romanzata efficace, melodica nel suo saltabeccare da un tema all’altro.

Tutti gli amori dell’autore fioriscono pagina dopo pagina, riga dopo riga: la comprensione, l’abnegazione, il suo lavoro, la speranza di guarigione o quanto meno di miglioramento, l’ascolto, la parola. La vita, infine ma soprattutto. Il suo libro infatti soffia su tutte le foglie come in un bosco minaccioso, ma percorribile se tenuti per mano. Alberto Vito non vuole ad ogni costo una spiegazione per tutto, ma la cerca con lieve ostinazione offrendola su un vassoio di sobria eleganza, senza orpelli né vacui ornamenti.

“Siamo nati per il Paradiso ma ci adattiamo all’Inferno”, scrive, commentando infatti la tiktoker di 109 anni, il professore influencer, la tendenza a scaricare sugli altri la causa delle proprie turpe o acuendo a dismisura, invece, i nostri sensi di colpa. E poi della gestione di gioie e dolori, delle pene d’amore, dei tradimenti, degli abbracci, del sesso con le rughe.

Alberto ci solleva dall’esplorazione, tagliando davanti a noi arbusti e rovi per camminare godendoci fiori e frutti, assaporando odori e sapori – molti sono sgradevoli – della complicata esistenza sul pianeta in questa epoca intrisa di sofferenza, su un sentiero che nasconde trappole e buche. Troverete chiara come una mappa antica le sue descrizioni di uomini, eventi, vicende di varia umanità. Nei luoghi oscuri in cui per lo più si addentra chi si rivolge alla psicologia, ringrazierete Alberto per aver acceso qua e là qualche luce di sollievo.

La penultima differenza che avrete colto, ma che in ogni caso è onesto rimarcare, è che il libro nasce dalla sua collaborazione con @ltroPensiero.net. L’ultima differenza che è altrettanto onesto confessare, è che leggendolo e poi scrivendo questa recensione non ci ho pensato proprio.

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