L’AZIENDA CHE PAGA I DIPENDENTI PERCHE’ LEGGANO

di JOHNNY RONCALLI – Oggi parliamo di fantascienza. Di libri e fantascienza.

No, niente Isaac Asimov, Philip K. Dick, Arthur C. Clarke o Ursula K. Le Guin, niente classici del genere, solo proviamo a immaginare una intrigante sceneggiatura, una di quelle inimmaginabili in realtà, per stimolare alla lettura un popolo che della lettura non vuole più saperne, a meno che si tratti di social e facezie da smartphone.

Nell’industrioso nord Italia, dove si lavora per valore, ma pure per accumular palanche e perché che altro fare non si riesce proprio a immaginarlo, un amministratore delegato di un’azienda edilizia ha un’idea fuori da ogni ragionevole seminato.

Organizza una cosa che si chiama BOOK CLUB. Avremmo preferito IL CLUB DEL LIBRO, ma la fantascienza ha padrini sparsi per tutto il globo, vada per l’intestazione anglofona. Comunque, cosa fa il nostro amministratore delegato? Amministratore delegato che immaginiamo geometra rampante e al quale attribuiamo pure un nome e un cognome, diciamo Danilo Dadda. Insomma, cosa fa? Propone ai dipendenti, senza distinzione di ordine e grado, di leggere un libro a propria scelta e, una volta al mese, di raccontarlo ai colleghi, ai colleghi interessati naturalmente. Chi aderisce, legge e racconta avrà 100 euro in busta paga per il primo libro, 200 per il secondo, 300 per il terzo e via andare. Gli altri ascoltano e hanno comunque il tempo pagato, come se anziché sulla sedia ad ascoltar trame e intrighi stessero sull’impalcatura.

Il tutto in orario di lavoro naturalmente: se fantascienza deve essere, deve esserlo dall’inizio alla fine.

Non c’è limitazione di genere, saggi di economia, romanzi, poesie, biografie, fantascienza pure, come potrebbe essere diversamente, ognuno sceglie quel che gli pare. Per dire, magari la prima ad accogliere la sfida è una dipendente del reparto commerciale, diamole un nome, Elena Cassis, un po’ italiano un po’ equivoco, con quella esse finale, la prima a raccontare un libro ai colleghi, un libro a caso, “Il profeta” di Khalil Gibran, per iniziare già tosti e non banali.

Via via l’idea conquisterà i lavoratori, l’appuntamento diventerà irrinunciabile, altre aziende proporranno iniziative simili, la lettura diventerà parte essenziale della vita dell’italiano medio e l’italiano medio diverrà col tempo sempre meno medio.

Va bene, quest’ultima parte è davvero fantascientifica, ma scopriamo le carte, tutto il resto non lo è. L’azienda edilizia del nord Italia che promuove la lettura esiste davvero, come l’amministratore delegato, geometra Danilo Dadda, e la prima divulgatrice dell’iniziativa, Elisa Cassis.

Si tratta dell’Azienda Vanoncini di Mapello, in provincia di Bergamo, l’azienda che paga i propri dipendenti anche per leggere, “perché la lettura ci rende migliori”.

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