CHIUDETE IL CALCIO IN MANICOMIO

di TONY DAMASCELLI – Accadono cose da pazzi. Per esempio la Juventus rischia di uscire dalla Champions league prima ancora di giocarla, torneo che per lei, sappiamo, è un gratta e perdi da anni lontani.

Succede che la stessa Juventus non abbia i soldi per pagare gli stipendi e chieda ai dipendenti, nel senso di calciatori e a seguire gli altri lavoratori, di rinviare i pagamenti di quattro mesi. Succede che anche l’Inter, appena fresca di titolo, sia costretta a implorare la rinuncia a due mensilità e gli scudettati abbiamo messo il muso, la variante cinese non è accettata, parliamone.

Succede che il presidente del Benevento, dottor Vigorito Oreste da Ercolano, dotato di lauree due, in giurisprudenza e lettere con filosofia, abbia denunciato il potere nemmeno occulto di quel bergamasco di Mazzoleni che sarebbe il killer del Sud. Il bilaureato di cui sopra ha però saltato le lezioni di geografia, risulta da atlanti e mappe che Cagliari, la città della squadra dal Mazzoleni nordista agevolata, sia trecento e passa chilometri più a sud di Benevento.

Succede che il direttore sportivo dello stesso club vada a sfogarsi al finestrino della vettura che porta a casa il Mazzoleni e gliene dica di ogni, ripreso da telefonini e telecamere. Succede che il sindaco di Benevento, al secolo Mastella Clemente, dia ragione al Vigorito e al Foggia, aggiungendo che entrambi sono perseguitati come lui medesimo e la consorte Lonardo Sandra, senatrice forzista, in arrivo una interrogazione a Draghi Mario sui motivi di questa persecuzione del Mazzoleni arbitro.

Succede che la figlia di un allenatore, Grassadonia, venga presa a calci e spintoni da alcuni delinquentelli della Salernitana alla vigilia della partita contro il Pescara, allenato appunto dal Grassadonia.

Succede che il presidente della Federcalcio italiana, Gravina Gabriele, intimi alla Juventus di ritirarsi dalla Superlega altrimenti lui, ma proprio lui, la caccerà dalla serie A.

Si comprende infine il significato secondo di “recovery plan”, là dove il mondo del calcio continua a vivere la vita sua, tra debiti, privilegi, sospetti, aggressioni, minacce, in una periferia dell’onestà e del rispetto, ma al centro del vivere quotidiano.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *