Storie di tutti i giorni: con questa canzone Riccardo Fogli ci vinse un Festival 40 anni fa. Poi, a pagina 21, occupata per tre quarti dalla “drammatica” esperienza del povero Verratti, un taglio basso in cronaca come si dice in gergo: un articoletto su Bruno Padovani, 82 anni, ex consigliere e assessore di un paesino del veronese, Nogara. Buono, bravo, giusto, generoso, appassionato (di politica), insomma ciò che si dice di norma quando una persona muore.
A certificare che l’epitaffio di chi lo ha conosciuto non è stato solo un omaggio rituale, ma la storia della sua vita e della sua morte. In vacanza sulla spiaggia di Ravenna, alle sette della sera ha sentito una mamma gridare disperata, quattro bambini in acqua in difficoltà, l’incertezza di alcuni bagnanti. La figlia di Bruno non ha fatto in tempo a chiamare un’amica esperta nuotatrice, che Bruno si era già tuffato tra le onde minacciose. Ha abbrancato uno dei bambini e lo ha portato a riva, subito imitato da altri turisti che hanno salvato gli altri tre.
Sulla sabbia, il compagno Bruno per cui questa espressione aveva sempre avuto un valore altissimo, si è accasciato, ha ansimato qualche istante, ha ceduto al suo cuore.
Un tardo pomeriggio di giugno del 2022, tra le miserie delle storie di tutti i giorni, quella di un 82enne che termina la sua vita offrendola – senza pensarci un attimo – al prossimo suo. Da prima pagina intera, per una riga di speranza e di fiducia nell’essere umano.