L’ALVEARE IN TESTA

di LUCA SERAFINI – La comunicazione non manca. Quella tradizionale, ormai quasi di retroguardia, cerca di respirare spostando zolle di social da cui è seppellita. Una delle poche cose che abbondano in questa costrizione planetaria continua ad essere la libertà di scegliere, come in un gigantesco supermercato gratuito dell’informazione.

Purtroppo – da sempre – sono uno di quelli che al supermarket arrivano, comprano e se ne vanno, senza guardare marca, prezzo, offerta speciale, 3×2. Frenesia da single. Almeno un po’ di selezione tra chi mi dice cosa, però, ho sempre cercato di farla.

In questo periodo, confesso, è una fatica immane. Stanno sbucando persino le fake delle fake… La linea di confine tra reale, virtuale e artificiale è impalpabile.
Saltabecco tra tg e web, radio e canali YouTube, giornali e pdf dove spuntano guru, teorici, santoni, profeti di tutti i tipi in ogni anfratto. Hanno quasi tutti titoli e attestati ridondanti, non mi permetto…

Quello che hanno di diverso ovviamente sono le teorie: sui contagi, sulle cure, sui vaccini. Ma, soprattutto, sulla genesi: pipistrello, laboratorio, 5G, elettricità, inquinamento… Un ginepraio.

Il ginepro è una pianta sempreverde, può essere secolare, produce bacche tendenzialmente blu ma con varie tonalità violacee che possono essere anche verdi, bianche, giallognole, rosse. Ci sono bacche di ginepro maschi e bacchedi ginepro femmine. I baccelli possono essere marroncini. Insomma un ginepraio, appunto. Dove si fa fatica a capire e distinguere un frutto dall’altro, un uso dall’altro: ornamentale, oppure legno per mobili, odori per l’affumicatura… Se ne ricavano ottimo olio e liquori come grappa e gin. Una libertà assoluta di farne ciò che ti pare, di ‘sto ginepro.

Quindi ho trascorso molte ore di queste interminabili notti boreali casalinghe a discutere in chat sul complottismo e/o sulla ribellione della natura, ma sono esausto e confuso. Primo segnale di cedimento da quarantena.

Ho deciso di concentrarmi sul “dopo”, quel che diventerà la nostra esistenza, e impiegare al meglio il “presente” con il lavoro, la lettura, la musica e le serie tv. Ci sarà tempo per parlare del “passato”, sul chi ha fatto cosa. Magari arrivando scientificamente a provare e certificare un colpevole, sia esso l’uomo o la natura.

Nel frattempo, su questo tema non ascolto più nessuno.

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