LA VERA NOTIZIA DEL GIORNO (IGNORATA) E’ RAHUL RIPESCATO DAL POZZO

Questa volta sorridiamo, questa volta è andata bene, gli sforzi sono stati premiati. Al quinto giorno di sforzi disperati.

Mesi fa ci eravamo commossi per la tragica sorte di di Rayan Awram, in Marocco, il bambino di cinque anni precipitato in un pozzo. Fu estratto dopo cinque lunghi, infiniti giorni, ma non sopravvisse. La vicenda ebbe grande esposizione giusto all’atto finale e a tutti noi, o almeno a chi riuscì da subito a intercettare la notizia, non poté non richiamare alla mente l’altrettanto tragica fine di Alfredino Rampi, a Vermicino, nel 1981.

Abbiamo imparato a capire che le sorti delle persone sono importanti in relazione alle coordinate geografiche, oltre alle coordinate bancarie, abbiamo imparato che uno può valere uno, oppure dieci oppure meno di zero, a seconda che tu nasca sotto una buona stella o meno, che sia oro, censo o gomorra.

Ma oggi non mi importa di far le pulci ai media, oggi sorrido e con me sorride chiunque abbia saputo e avuto a cuore le sorti di Rahul Sahu, bambino indiano di undici anni, sordo e muto, per cinque giorni a un passo dal maledetto destino che ha accomunato Rayan e Alfredino.

Rahul è salvo. Quando sarà grande, forse saprà di persone, di bambini che hanno provato la stessa sua angoscia senza poter tornare a vedere la luce del sole e gli occhi dei loro genitori, bambini che non ce l’hanno fatta, ma con ai quali inevitabilmente lo lega un filo sottile.

Un filo resistente, che si chiama vita e che pur tenace può spezzarsi per un istante, per un passo in più o in meno, in ogni caso, in questi casi, per essersi avventurati un po’più in là, come fanno tutti i bambini del mondo che giocano e scoprono il mondo.

Ho detto niente polemica, ma per una volta, sarebbe bello vedere aprire i giornali e i notiziari con una notizia come questa, bello e importante come lo sarebbe stato anche per Rayan, prima e dopo la fine.

Ma poco importa, poco importa davvero.

Ciao Rahul, bentornato.

 

 

 

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